Aree Nere, grigie e bianche: che cosa significano i colori del broadband per tutti

Redazione BacktoWork 05/07/2022

Le reti a banda larga e ultralarga hanno beneficiato, negli anni, di grandi investimenti, sia pubblici che privati. Per misurare il livello di questi ultimi, la Commissione Europea ha definito una classificazione in base a tre colori: nero, grigio e bianco

Le recenti notizie economico-finanziarie sulla rete nazionale unica a larga banda hanno riacceso i riflettori sul significato della classificazione del territorio italiano sulla base delle sue potenzialità di copertura da parte delle infrastrutture di connettività veloce.

Questa divisione ha lo scopo di distinguere, sulla base degli investimenti previsti, le zone in cui gli operatori hanno pianificato di intervenire fino a tutto il 2022.

Tre livelli di intervento

Ecco quindi che le aree bianche sono quelle dove non sono previsti investimenti, lasciando quindi che sia lo Stato ad intervenire.

Le aree grigie invece sono quelle dove c’è almeno un operatore a fornire servizi di connettività a banda ultralarga (con una velocità di download superiore a 30 Mbps)

Nelle aree nere ce ne sono almeno due.

Il territorio italiano pertanto, a seguito del varo della Strategia Italiana per la Banda Ultralarga, è stato diviso in 94.645 aree, distribuite sui circa 8.000 comuni dello Stivale ed ottenendo, per ciascuna, una percentuale di unità immobiliari coperte da tali servizi.

Nello specifico, il Governo ha deciso di creare dei cluster, da A a D: il cluster A, corrispondente alle aree nere, è quello con il miglior rapporto costi-benefici e quindi ambito dagli operatori privati, seguito dal cluster B (le aree grigie) dove non si prevedono ritorni soddisfacenti sugli investimenti in reti a 100Mbps e quindi si trova un solo operatore, con un intervento pubblico che può arrivare al 70 per cento.

Le aree bianche infine si dividono in cluster C, ovvero quelle dove nessun operatore ha intenzione di investire autonomamente (ma, per stimolare i privati, sono previsti gli stessi incentivi del cluster B) e cluster D, dove solo l’intervento pubblico può garantire una connettività superiore a 30Mbps.

Ci sono poi le cosiddette “aree bianchissime” dove non è possibile avere alcun tipo di accesso a Internet: si tratta di 200 piccoli comuni che per poter essere raggiunti necessitano di una connessione FWA (Fixed Wireless Access) ovvero fissa e mobile con antenne e parabole.


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