Il termine bootstrapping, applicato a una startup innovativa, è l’azione di autofinanziamento di un’azienda nella sua fase di avvio. Il termine, che in inglese significa “tirarsi su da soli senza aspettare l’aiuto di nessuno”, è mutuato anche dal linguaggio informatico dove rappresenta un processo di autoavviamento che non ha origine da input esterni.
Con una startup appena avviata, con un prodotto o servizio non ancora offerto ai clienti e, soprattutto, senza che questo sia stato validato sul mercato, per uno startupper risulta difficile trovare fondi per il proprio business. È di norma impresa ardua attingere a finanziamenti di venture capital o fare affidamento sui business angel, in questa fase: il bootstrapping è un valido aiuto per l’imprenditore per avviare più velocemente la propria azienda.
Ricorrendo all’autofinanziamento, l’imprenditore può trasformare una scelta oggettivamente difficile in opportunità di crescita. Sono diversi, infatti, i vantaggi che un’impresa può avere da questo strumento:
Optata la via dell’investimento dei propri risparmi su un’impresa innovativa, l’imprenditore dovrà essere capace di trasformare la limitata quantità di denaro nelle casse in opportunità.
Per iniziare si dovrà studiare bene il mercato di riferimento e il feedback dei clienti al prototipo proposto, così facendo è possibile capire se si procede nella giusta strada o se necessita un pivot; potrà puntare sulla fidelizzazione di clienti già acquisiti e acquisirne nuovi, mettendo la propria idea in relazione con quella dei competitor.
Evitare sprechi di denaro con investimenti inutili. Si potrebbe pensare di affidarsi a piattaforme di outsourcing per tagliare i costi fissi a favore di costi variabili, il che porterebbe ad abbassare anche il prezzo del prodotto sul mercato.
Il bootstrapping può essere molto gratificante oltre che formativo, l’imprenditore dovrà migliorare, infatti, le proprie skill se vuole sfruttare al meglio la totale autonomia: bisognerà, dunque, pianificare tutto attentamente.