Entro la fine di questo decennio, i dispositivi connessi a livello mondiale saranno 125 miliardi. E la nuova realtà connessa ci porterà a interagire con uno smart device in media ogni 18 secondi, ovvero 4.800 volte al giorno. Connettività e Intelligenza Artificiale trasformeranno radicalmente il nostro modo di vivere, come singoli e come comunità, aiutandoci ad affrontare sfide epocali come i cambiamenti climatici e la transizione energetica. È questo lo scenario delineato nel report “The Connected Consumer 2030” pubblicato da Vodafone in collaborazione con The Future Laboratory.
Ecco le tendenze chiave che caratterizzeranno il futuro della connettività nei prossimi anni.
La crisi sanitaria globale del 2020 ha messo in difficoltà i servizi sanitari essenziali nel 90% dei Paesi del mondo. Come conseguenza, secondo il report la preoccupazione generale per la salute e il benessere porterà ad una nuova era di sanità connessa. Così, il futuro sarà all’insegna di dispositivi domestici in grado di monitorare le condizioni fisiche in modo più proattivo, diagnosticando malattie, rilevando in anticipo eventuali problemi di salute e agevolando l’adozione di un modello di assistenza sanitaria preventiva.
Gli specchi del bagno di casa potrebbero essere dotati di sensori in grado di controllare la circolazione sanguigna e di rilevare eventuali anomalie nel colorito, o potrebbero esserci altoparlanti intelligenti che, ascoltando il rumore di tosse e starnuti, siano in grado di richiedere una prescrizione medica. Dispositivi come questi potrebbero misurare parametri vitali come l’idratazione, la glicemia e la pressione sanguigna, per prevedere o prevenire malattie e problemi di salute prima ancora che si manifestino.
L’assistenza sanitaria connessa sarà di fondamentale importanza anche per affrontare il problema del costante invecchiamento della popolazione, questione particolarmente attuale in Italia dove il 23% della popolazione ha già più di 65 anni, la percentuale più alta in Europa. La connettività avrà dunque un ruolo chiave per consentire alle persone di vivere più a lungo in totale autonomia.
Al di fuori della sfera domestica, il report ipotizza che in un futuro non lontano i dispositivi indossabili supereranno la tecnologia dei comandi vocali e saranno in grado di interagire direttamente con il pensiero dell’utente. Le soluzioni intelligenti che si integrano facilmente nella vita delle persone saranno una presenza diffusa: la previsione è che nel 2030 ci saranno 125 miliardi di dispositivi connessi a livello globale e che già nel 2025 ogni persona mediamente interagirà con essi 4800 volte al giorno, circa un’interazione ogni 18 secondi.
Questi dispositivi potranno rilevare i segnali che il cervello invia all’apparato vocale quando verbalizziamo i nostri pensieri, dando modo così all’utente di impartire comandi al suo assistente digitale senza doverli esprimere a voce. Questo apre le porte a un futuro dove non avremo più bisogno dei display, a un ‘metaverso’ in cui la comunicazione con i dispositivi avverrà attraverso le reti neurali, così che l’utente possa prendere appunti senza doverli scrivere, o comunicare con i propri dispositivi senza parlare.
Verso la fine di questo decennio la connettività potrebbe essere integrata negli alberi, nelle praterie e persino negli oceani, fornendoci informazioni in tempo reale sullo stato di salute del nostro ambiente.
Con meno di 10 anni per raggiungere l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi, i dispositivi connessi intelligenti potranno aiutarci a ripristinare e gestire la biodiversità a livello globale, consentendo di monitorare l’impatto dei programmi di rigenerazione, valutare le eventuali minacce ambientali e supportare la ricerca per affrontare il cambiamento climatico, riducendo le emissioni globali di gas.
La raccolta dei dati consentirà alle smart cities di individuare e abbattere gli sprechi energetici, ad esempio ridistribuendo l’energia elettrica e il calore in eccesso di un edificio alle abitazioni o agli spazi pubblici vicini.
La nuova realtà sarà fatta di strumenti che aiuteranno i consumatori a prendere decisioni più consapevoli - come la creazione di ‘certificati digitali di origine’ per tracciare gli spostamenti e la provenienza dei prodotti così da valutarne l’impatto ambientale – e sarà incentrata sul raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.
I veicoli a guida autonoma cambieranno la mobilità, e per il 2030 l’analisi prevede che l’impatto della connettività sui trasporti in termini di PIL toccherà i 241 miliardi di euro. I veicoli autonomi non solo saranno più ecologici e silenziosi, ma attraverso ologrammi immersivi potrebbero permettere ai marchi di presentare le loro ultime offerte e proposte.
I passeggeri saranno in grado di “fare swipe” sui prodotti e di valutarli, ma anche di farsi portare direttamente in un punto vendita per effettuare l’acquisto. Salendo su un veicolo autonomo, potranno controllare il viaggio con i loro dispositivi personali e scegliere tra varie impostazioni: dal giro turistico al lavoro al tempo libero, per creare una passenger experience totalmente personalizzata.
Mentre cresce la consapevolezza del valore dei dati personali, i consumatori del futuro, per consentirne l’utilizzo, chiederanno in cambio servizi ed esperienze iper-personalizzati. Con il 44% delle persone che a livello globale preferisce rinunciare ai contenuti personalizzati piuttosto che condividere le proprie informazioni, i dati personali diventeranno merce preziosa che i marchi dovranno pagare, oppure che i consumatori saranno disposti a cedere in cambio di una experience di alto livello.