Promuovere il crowdfunding su scala europea e proteggere gli investitori: sono questi gli obiettivi del nuovo regolamento crowdfunding approvato dall’Unione Europea, che prevede un unico insieme di norme per regolamentare i servizi di crowdfunding in maniera omogenea in tutti gli Stati membri, superando così il problema della frammentazione di cui soffre attualmente il mercato.
Il nuovo regolamento 2020 - che entrerà in vigore un anno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell'UE - mira a rendere più semplice il funzionamento delle piattaforme di crowdfunding nel mercato comune grazie ad una sorta di “passaporto europeo” e punta a creare nuove opportunità per startup e investitori.
L’ok dell’UE alle nuove norme è un passo in avanti importante per far sì che il crowdfunding diventi una delle principali fonti di finanziamento alternativo per il mercato delle startup e delle PMI in Europa da qui ai prossimi 10 anni. Un quadro armonizzato di regole ispirerà più fiducia agli imprenditori e agli investitori che vorranno utilizzare questa forma di finanziamento, e consentirà alle piattaforme di operare su scala paneuropea, dovendo adeguarsi ad un solo complesso di norme, invece che a normative che cambiano a seconda del Paese. Ciò consentirà alle piattaforme di fornire più facilmente i propri servizi e permetterà a startup e PMI di estendere la platea dei potenziali investitori proponendo offerte transfrontaliere.
Nel nuovo regolamento sono previste anche tutele rigorose per proteggere gli investitori, ai quali deve essere fornito un prospetto informativo con tutti i dettagli chiave per l’investimento. Le piattaforme sono inoltre tenute a presentare ai clienti informazioni chiare e trasparenti sui criteri con cui vengono selezionati i progetti proposti e sui possibili rischi finanziari di ciascun progetto.
Tra le regole principali sono particolarmente rilevanti le seguenti:
Il nuovo regolamento ricalca in molti casi quello già presente in Italia e promosso dalla Consob, ma vi sono alcune differenze.
Una delle principali è il fatto che non si applica solo ai portali di Equity Crowdfunding o alle offerte di debt crowdfunding, come finora in Italia con il regolamento della Consob per il crowdfunding, ma anche a quelle di lending crowdfunding, in cui si concedono prestiti.
In questo campo il fornitore di servizi avrà l’autorità, se autorizzato, di ripartire i fondi prestati tra più progetti.
Inoltre passa da 8 a 5 milioni il massimo di raccolta permesso. Tuttavia viene a cadere il requisito per cui almeno il 5% del totale dell’investimento dovese essere sostenuto da un soggetto istituzionale, che finora rappresentava a volte un vincolo importante per il buon fine di una raccolta.
E diventano più larghi i criteri per la definizione di investitore istituzionale stesso. Basterà avere un reddito maggiore di 60 mila euro l’anno o più di 100 mila euro di capitale e aver lavorato per un anno nel settore finanziario.
Di conseguenza in base al nuovo regolamento europeo sul crowdfunding le aziende, seguendo queste regole, adeguando la propria operatività interna e le procedure di vigilanza e di controllo, potranno ottenere quello che si può definire un passaporto europeo che consentirà loro di raccogliere investimenti non più solo in Italia ma in tutto il territorio dell’Unione Europea.