Tra i 50 siti più visitati dagli italiani ne sono presenti anche due che si occupano di previsioni meteo: come avviene la raccolta dei dati, in che modo possono generare valore online e com'è cambiata la loro fruizione nel 2020?
Per studiare i fenomeni atmosferici ed effettuare le previsioni sulla situazione climatica delle diverse zone terrestri, gli esperti si basano su diversi fattori tra cui l’umidità presente nell’aria e la sua temperatura, la pressione dell’atmosfera nonché la direzione e la potenza delle correnti d’aria.
Sono diversi gli strumenti utilizzati per determinare questi elementi:
Dopo aver recepito ed elaborato grazie a schemi matematici tutti i segnali dati dagli strumenti, le oltre 12 mila stazioni meteorologiche sparse in ogni angolo della terra (a cui si aggiungono le 800 basi marine localizzate sulle boe e le diverse sonde che si muovono nell’aria seguendo le correnti) riescono a prevedere come sarà il meteo in un futuro più o meno prossimo. Questo viene reso possibile grazie ad un preciso piano che prevede la trascrizione delle misurazioni su carte di tipo sinottico e la loro analisi tramite precisi modelli. Essendo l’atmosfera un sistema caotico e complesso, la meteorologia è infatti una delle scienze che richiede più potenza di calcolo in assoluto: basti pensare che ne occorre una quantità maggiore per prevedere il tempo che per mandare l’uomo sulla Luna.
Una volta raccolti ed elaborati, gli esperti di una singola stazione riportano i dati sulla carta meteorologica e li confrontano con quelli di altre stazioni in modo da ottenere delle previsioni più o meno accurate.
Oltre che in televisione, dove i più sono abituati a seguire le previsioni, e sui giornali, negli ultimi anni stanno diventando sempre più importanti i siti meteo tanto che due di essi rientrano nella classifica dei cinquanta siti più visitati in Italia. Questo perché uniscono il monitoraggio in tempo reale delle condizioni climatiche alla possibilità di averlo a disposizione nel minor tempo possibile a qualunque ora del giorno. Tra i principali player del settore vi è Meteo Giuliacci, sito che Mario Giuliacci, forte dell’esperienza maturata da primo direttore del centro meteorologico dell’aeronautica militare a Milano Linate e da fondatore del centro EPSON Meteo, ha fondato per avere una voce sul web nell’ambito della meteorologia. Il suo successo ha poi spinto il medesimo a dare origine ad una startup con l’obiettivo, grazie ad una campagna di crowdfunding, di migliorare sempre di più la potenza di calcolo e allo stesso tempo consolidare la propria affermazione in rete. Essendosi reso conto della possibilità di generare valore condividendo online i dati sulle previsioni meteo, Giuliacci ha infatti intenzione di investire buona parte dei fondi raccolti in marketing sui social, promozione dei post, investimenti per far crescere ulteriormente la propria pagina Facebook, acquisto di parole chiave, attività di SEO da affidare ad un’agenzia specializzata e rifacimento del sito in maniera innovativa.
Come da lui confermato, anche il settore della meteorologia - in particolare per ciò che riguarda l’online – ha dovuto inevitabilmente modificare il proprio modo di agire in relazione alla pandemia di coronavirus subendo delle perdite. Molto spesso infatti i cittadini visitano i siti meteo per sapere come sarà il tempo nel fine settimana o l’indomani per recarsi a lavoro. In tempi di lockdown dunque, essendo gli spostamenti limitati, tutti i siti che diffondono le previsioni hanno subito un calo delle visite che si prevede continuerà anche nella prima parte del 2021 quando si dovrà ancora fare i conti con le restrizioni. Una situazione che, come già accaduto nell’estate del 2020, dovrebbe ribaltarsi una volta che le limitazioni saranno allentate e sarà possibile circolare con maggior libertà.
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Scopri il crowdfunding →Diminuendo il numero di utenti, è inevitabile che siano anche decresciute le campagne pubblicitarie pianificate per l’anno precedente in linea con quanto accaduto in tutti gli altri settori. Secondo uno studio della World Federation of Advertisers (WFA), all’inizio della pandemia l’80% delle grandi aziende ha infatti sospeso le campagne pianificate con un taglio del budget dedicato alle spese pubblicitarie oscillante tra il 20% e il 40%. Già nei primi mesi dell’anno gli investimenti pubblicitari hanno subito un grande calo rispetto al mese di dicembre 2019, con i risultati peggiori registrati in Asia dove l’epidemia ha avuto inizio.
I dati dell’Osservatorio Internet Media del Polimi presentati allo Iab Forum hanno poi suggerito come il digital advertising sia calato dai 3,3 miliardi del 2019 a 3,05/3.19 miliardi del 2020. Per il momento non sembrano però negative le previsioni per il 2021: secondo uno studio di Kantar la percezione degli investitori per l’anno appena iniziato evidenzia una forte attrattività verso il digitale nelle sue diverse accezioni.
Se questa parte del mondo digitale ha registrato un calo, osservando il Digital Report 2020 emerge che il trend rispetto all’utilizzo di internet, del mobile e dei social media in Italia è comunque aumentato. Complice la didattica a distanza, lo smart working e la necessità di rimanere in casa il più possibile, sono state 50 milioni le persone connesse (+2,4% rispetto al 2019), 35 quelle presenti e attive sui social media (+6,4% rispetto al 2019) e 80 gli utenti connessi da mobile. In aumento anche il tempo medio trascorso ogni giorno su internet: dallo studio è emerso che gli italiani sono stati in rete circa 6 ore, di cui 1 ora e 57 minuti sui social.
La maggior parte degli utenti, circa il 92%, ha speso il proprio tempo per guardare video. Un dato che va di pari passo con la prima posizione di YouTube nella classifica dei social media più utilizzati. In crescita anche la fruizione di contenuti audio in generale, con il 57% degli users attivi sui servizi per ascoltare musica in streaming e il 23% di quelli che si sono dedicati all’ascolto dei podcast.