Il ciclo di vita di una startup è breve, si sa. I dati ottenuti dai report, come quello di CB Insights, ci dicono con chiarezza che la maggior parte delle aziende a carattere innovativo fallisce: tra il 75 e il 90%.
Meno della metà delle aziende innovative ha accesso al secondo round di finanziamenti e ogni passo successivo vede diminuire sempre più le aziende che ottengono finanziamenti successivi: solo il 15% raggiunge il quarto round.
L’1%, invece, riesce a diventare startup unicorn ovvero raggiungere la valutazione di 1 miliardo di dollari.
Questi numeri non devono spaventare, è insito nella natura di una startup innovativa il rischio. Non bisogna avere paura dell’insuccesso, serve, semmai, la capacità di apprendere il più velocemente dagli errori per trasformarli in successo. La letteratura in materia è piena di esempi, da Henry Ford a Steve Jobs, passando per Google e Amazon.
Investire in innovazione è sempre positivo e, come indicato dal Report “trend terzo trimestre 2020 per le Startup Innovative”, fornito dal MISE, Unioncamere e InfoCamere, l’imprenditoria italiana va in questa direzione, con un incremento positivo di nuove aziende rispetto al trimestre precedente.
Al terzo trimestre del 2020 sono poco più di 12 mila le nuove startup in Italia, il 3,26% sul totale delle nuove società di capitali, con un capitale complessivo di quasi 690 milioni e con capitale medio per singola impresa di 57 mila euro. I settori maggiormente interessati sono quello dei servizi per le imprese e il manifatturiero.
Perché le startup falliscono così facilmente? A questa domanda non esiste una risposta univoca, le ragioni possono essere molte e spesso il fallimento non può essere riconducibile a un caso unico.
Un elenco delle principali cause di fallimento può essere d’aiuto a chi decide di investire, ottimizzando questi fattori chiave il rischio di insuccesso si riduce.
Secondo Cb Insights è la prima causa di fallimento: la creazione di un prodotto o servizio offerto che interessa ai soci ma non soddisfa i bisogni del mercato.
Nel 29% dei casi, le startup falliscono perché terminano il capitale a loro disposizione. Anche in questo caso le cause possono essere molteplici come un mercato limitato per il prodotto o servizio o l’incapacità di raccogliere i finanziamenti necessari.
Un team di persone con caratteristiche eterogenee è fondamentale per una startup. Il 23% delle startup fallite hanno sbagliato squadra di lavoro. Un team fatto di persone con un’ottima propensione alla comunicazione, composto da professionisti in vari ambiti, risulta determinante per un’azienda.
Il 19% delle imprese fallisce perché non in grado di reggere la concorrenza subito dopo essere entrati nel mercato. La presenza di competitor è scontata e l’incapacità di una strategia comunicativa efficace o un prodotto/servizio non diversificato da quello di concorrenti più forti, rappresenta la quarta causa di morte per un’azienda.
Il difficile equilibrio del valore da dare al bene offerto deve guardare alla copertura dei costi inizialmente sostenuti, al guadagno ma anche a un prezzo che faccia presa sui clienti.
Altri fattori di rischio che uno startup dovrebbe tenere in considerazione sono:
Il motivo per cui le startup vengono definite imprese ad alto rischio è proprio perché la scalata verso il successo è ardua e spesso è difficile anche solo restare a galla. Imparare dagli errori, tuttavia, spiana la strada a successi futuri.