Giuseppe Galimberti (Nano-Tech): “I materiali avanzati rivoluzioneranno l’industria”

Redazione BacktoWork 14/06/2021

Il settore delle nanotecnologie è un mondo ancora non del tutto esplorato, ma dalle grandi potenzialità. Sviluppo di materiali innovativi per prodotti di alta qualità ed elevate prestazioni: di tutto questo abbiamo parlato con Giuseppe Galimberti, socio e CEO della PMI innovativa Nano-Tech. 

Di cosa si occupa Nano-Tech e perché ha scelto di dare vita a questo progetto?

Ci occupiamo di materiali avanzati con alte performance, è questo il core business della società. Ed è anche la ragione che mi ha spinto ad avviare questo progetto: ritengo che siamo di fronte ad una rivoluzione vera e propria che partirà dai nuovi materiali per dare vita agli oggetti e i manufatti del futuro. Tutto questo potrà essere creato a breve soltanto grazie a materiali che hanno determinate caratteristiche. Le nanotecnologie, attività prevalente di Nano-Tech, consentono di avere materiali performanti.

A chi si rivolge Nano-Tech?

Il cavallo di battaglia è l’automotive, soprattutto quello di alta gamma, ma non solo. Il campo è molto più ampio, basti pensare anche alla mobilità elettrica che richiede appunto materiale di un certo tipo. Non bisogna poi dimenticare settori importanti come l’aeronautica e l’aerospaziale, includendo la space-economy che, per quanto sia ancora un’attività di nicchia, sarà un ambito sempre più rilevante. Oggi i nostri clienti principali sono i team di Formula 1 che fanno della performance la loro caratteristica principale. 

Il progetto quindi non è legato ai confini italiani, ma è già proiettato all’Europa e, perché no, anche al mercato internazionale?

Siamo in un ambito europeo nella misura in cui la maggior parte dei team di Formula 1 provengono dall’Europa. Ovviamente gli ambiti di applicazione sono talmente tanto ampi che il mondo dell’aeronautica e quello aerospaziale toccano qualsiasi Paese del mondo, dall’Estremo Oriente all’area americana. Ad oggi il nostro focus principale è con controparti europee e italiane in primis.

Quali sono gli obiettivi di Nano-Tech nel medio-lungo periodo?

Ci sono diversi obiettivi in questa fase che vogliamo raggiungere. Principalmente nel breve-medio periodo vogliamo incentivare lo sforzo commerciale e quindi ampliare il portafoglio clienti che già abbiamo. Nel medio-lungo periodo vogliamo aumentare il numero di prodotti, sviluppare nuovi materiali ed estenderli ad un mercato più ampio. Ciò che oggi si vende nel mercato di alta gamma speriamo possa raggiungere le produzioni di largo consumo. L’esempio dell’automotive è calzante: vogliamo continuare su settori come Formula 1 e supercar, ma aggiungendo anche produzioni di serie dove la mobilità elettrica acquisirà sempre più grande importanza. 

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Qual è la strategia di comunicazione di Nano-Tech e su quali aspetti puntate maggiormente?

La strategia di comunicazione che usiamo con maggiore frequenza ad oggi è quella di fare frequenti interviste su varie testate, alcune anche specialistiche. Ovviamente ogni qualvolta c’è una collaborazione o lo sviluppo di un nuovo materiale cerchiamo di comunicarlo anche agli operatori di settore. Utilizziamo quei canali che sono riviste o webinar. Non dimentichiamo le fiere anche se nell’ultimo periodo sono state fortemente penalizzate. Per quanto l’obiettivo della campagna di crowdfunding non sia quello della comunicazione, tutto questo ci sta consentendo comunque di comunicare. La raccolta di capitale attraverso queste piattaforme è un modo di comunicare a tutti gli effetti. 

Quali sono i punti di forza di Nano-Tech e cosa la distingue dalla concorrenza?

Sono diversi i vantaggi che ha Nano-Tech. Il primo è ovviamente quello di avere una tecnologia che non tutti usano. Per quanto se ne parli, alla fine le nanotecnologie non sono così diffuse, quindi abbiamo questo vantaggio competitivo anche per i materiali di alta gamma. La seconda cosa è che l’applicabilità di questa tecnologia è potenzialmente molto ampia, le nanotecnologie sono sostanzialmente lo studio e la manipolazione della materia. Un altro vantaggio è l’innata propensione all’innovazione, non potremmo fare diversamente vista la natura di Nano-Tech e i settori a cui ci rivolgiamo. Per acquisire nuovi clienti e per far adottare i prodotti dobbiamo necessariamente innovare per nostra stessa natura. 

Altro aspetto importante che ci contraddistingue è sicuramente la flessibilità, abbiamo ancora una dimensione tale che ci consente di sviluppare con le nostre controparti delle soluzioni ad hoc. Qui è necessario programmare un certo tipo di sviluppo, non vendiamo un prodotto da scaffale e proprio per questo c’è una differente strategia. Tendenzialmente, sempre nella speranza di riuscire a democratizzare il mercato, ci stiamo impegnando molto nell’attività di engineering dei prodotti e quindi una relazione molto forte con le controparti con cui lavoriamo. Credo che questo possa essere un vantaggio ad oggi. 

Come utilizzerete i fondi raccolti grazie alla campagna di crowdfunding? 

Faremo sicuramente seguito a quegli obiettivi a medio-lungo periodo di cui abbiamo parlato. La prima tipologia di investimento è sicuramente l’ampliamento e il miglioramento della nostra capacità produttiva. Tutto questo vuol dire acquisire nuovi macchinari, possibilmente da migliorare nel tempo, ma anche equipaggiamenti per il laboratorio e anche per la produzione. Altro settore su cui puntare è il ramo commerciale che è il nostro focus principale in questo momento, senza dimenticare il settore della ricerca e dello sviluppo. Noi investiremo sempre tantissimo in quest’ultimo campo, dobbiamo essere alla frontiera dell’innovazione. Ciò vuol dire lavorare sugli sviluppi che già abbiamo in essere, nonché aumentare il nostro portafoglio di brevetti che chiaramente rappresenta il valore dell’azienda

Altro elemento importante è sicuramente aumentare le collaborazioni con centri di ricerca, università e altri tipi di controparti attive nel settore dello sviluppo di nuovi prodotti. Abbiamo una pipeline molto corposa e delle convenzioni in essere: sponsorizzeremo dei dottorati anche per sviluppare dei nuovi prodotti, questo è pur sempre il nostro DNA. 

La pandemia ha modificato il vostro modo di lavorare? Se sì, con quali modalità? 

L’ha modificato un po’ come ha cambiato tutto il resto, forse però meno rispetto ad altri settori. Di certo è cambiata la modalità di interazione con le nostre controparti, fino ad oggi ci sono stati per ovvi motivi meno contatti fisici. Alcuni dei settori a cui ci rivolgiamo sono stati colpiti dalla pandemia e quindi sono cambiate le dinamiche. Mi riferisco nello specifico a settori come l’aeronautica. Ci sono molti meno viaggi e le grandi case aeronautiche hanno diminuito la produzione di nuovi aerei. Qualcosa sta ripartendo anche se ad oggi c’è stato un forte decremento.
Un aspetto parzialmente positivo è sicuramente la maggiore richiesta di materie prime, questo è un segnale di come l’economia stia recuperando terreno e ci siano sempre più commesse: lo scenario dei prossimi 1-2 anni è molto promettente.  

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