L'industria nautica scommette su sostenibilità e innovazione

Redazione BacktoWork 19/10/2021

2035: l’anno che scriverà la parola “fine” accanto al concetto di motore endotermico. Da quel momento in poi, le strade saranno percorse perlopiù da veicoli che utilizzano motori elettrici o carburanti ecosostenibili. Uno scenario che non riguarda solo la mobilità su strada, ma anche quella su acqua e l’economia del mare in generale.

Nuove tecnologie per una navigazione più green

“L'International Maritime Organization sostiene attivamente una transizione del settore marittimo verso un futuro sostenibile e mette in mostra l'innovazione, la ricerca e lo sviluppo, la messa in campo e l'implementazione di nuove tecnologie in accordo con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite", ha affermato Kitack Lim, Segretario generale dell’IMO. 

Il tema è caldissimo e l’industria del settore è già pronta per procedere in parallelo con quella dell’auto collocando temi quali l’elettrificazione, la decarbonizzazione, il bio-fueling (l’utilizzo di carburanti ecologici) tra le priorità della sua agenda dei prossimi anni.

In molti casi, questo processo di cambiamento già in atto imporrà scelte radicali, e l’attrezzarsi sul fronte dell’eco-compatibilità sarà un’esigenza imprescindibile per tutti i soggetti coinvolti.

Nuove idee, nuove barche

Partiamo dalla cosiddetta “piccola nautica”, ovvero il “primo passo a bordo” per chi non ha le grandi disponibilità economiche necessarie ad approcciare la nautica “grande”. 

Se è vero che oggi il progresso parte prima di tutto dal basso, è proprio in questa fascia che già possiamo osservare le nuove frontiere della progettazione, della realizzazione di produzioni dal design innovativo, come pure della sperimentazione di nuovi materiali che permettano di ridurre l’impatto ambientale, e delle nuove tecnologie per produrre batterie elettriche sempre più piccole, leggere e - naturalmente - dalla maggiore durata e longevità nel tempo. 

Un’altra spinta non indifferente all’innovazione è quella che arriva direttamente dal mondo delle competizioni, analogamente con quanto avviene nelle auto e nelle moto: oramai anche qui si utilizzano mezzi il più possibile sostenibili, cioè in grado di ridurre la pressione ambientale esercitata su oceani, fiumi e laghi, e i diversi campionati riservati alle imbarcazioni con motorizzazione elettrica rappresentano veri e propri laboratori di ricerca a cielo aperto, destinati a lasciare il loro know how sostenibile in eredità a tutte le altre tipologie di natanti.

Casi di eccellenza

Analizzando, quindi, il settore con una prospettiva rivolta soprattutto alle realtà che hanno avviato nuovi business ad alto contenuto di innovazione con l’obiettivo di proporre anche in mare un’esperienza in modalità elettrica, troviamo, per esempio, le startup che lavorano allo sviluppo di motori plug-and-play completamente ricaricabili ad alte prestazioni, così come i progetti per la riconversione di barche tradizionali in full electric. 

FUTUR-E

L'imbarcazione elettrica che grazie alla sua tecnologia foiling unica rivoluzionerà il mercato nautico

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Il risultato, in tutti questi casi, è notevole, poiché si manifesta nella combinazione tra il meglio che può essere espresso dai motori tradizionali a combustione in termini di performance, e il plus dei motori elettrici: la silenziosità e le zero emissioni.

Sarà una vera e propria rivoluzione, che arriverà al punto in cui il “motore” sarà integrato con piattaforme per la mobilità marina dove la presenza dell’elettronica e delle tecnologie di trasmissione dati tra i vari componenti del sistema la faranno da padrona.

Senza contare, infine, le soluzioni ancora più estreme che sfruttano la propulsione a idrogeno, oppure l’energia prodotta dal movimento dell’imbarcazione stessa, oltre che l’innovazione nel design poiché lavorando sulla forma degli scafi e delle carene si può arrivare a ridurre anche di molto l’effetto del moto ondoso, a tutto vantaggio delle prestazioni e della riduzione dell’impatto ambientale, soprattutto nei porti, nei laghi, nei fiumi e nelle riserve marine.

Ripensare gli attracchi e i modelli di business

Ma tra gli obiettivi dell’industria del mare non c’è solo quello di produrre barche ecologiche. Proprio come nel trasporto su gomma e asfalto, anche qui occorre ripensare anche le infrastrutture in grado di alimentare le rinnovate esigenze.

All’orizzonte c’è quindi anche una nuova concezione dei porti e delle banchine, destinate a trasformarsi sempre più in vere e proprie stazioni di ricarica elettrica.

Neppure è così azzardato immaginare un futuro fatto di esperimenti di condivisione nell’utilizzo delle imbarcazioni sul modello del car sharing dove la barca smette di essere una proprietà del singolo individuo, il quale diventerà, invece, il titolare dell’esperienza d’uso, con tutto ciò che ne consegue in termini di sviluppo di nuove applicazioni per la gestione delle flotte.

I numeri del mercato italiano

La nautica italiana è uno dei pochi settori che dimostrano di aver saputo reggere all’impatto della pandemia. Secondo un report presentato recentemente da Deloitte sullo stato di salute del mercato nautico italiano, la cantieristica del nostro Paese ha raggiunto un valore della produzione complessivo pari a 2,8 miliardi di euro, registrando una crescita media del 12,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Un risultato di valore, quindi, alla luce di un periodo fortemente condizionato dai consumi, dalla difficoltà nel reperimento delle materie prime e dal rallentamento della catena produttiva, e che fa ben sperare per il futuro.

Anche perché le previsioni per il prossimo quinquennio ipotizzano una crescita variabile tra il 5 e il 7% per cento, sia nel settore del chartering che nel retail delle barche da diporto e nell’outboard a vela e a motore.

La fetta più ricca del business è quella relativa all’export, che rappresenta oggi l’86% della produzione nazionale e resta indiscussa la leadership a livello mondiale nel settore dei superyacht.

In questo contesto, è più che evidente come l’innovazione tecnologica nella sua accezione più ampia rappresenti sempre più una leva fondamentale per lo sviluppo dei mercati.


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