Sono oltre 700 le imprese di biotecnologie attive in Italia, secondo il rapporto annuale di Federchimica Assobiotec ed Enea, che conferma il trend di consolidamento del settore e il suo decisivo contributo in termini di capacità innovativa, evidenziato dalla progressiva crescita del numero di startup e del volume degli investimenti in R&S, non solo nell’ambito della salute, ma ancor più nel campo delle applicazioni biotech per l’industria, l’ambiente e l’agricoltura.
“Dal sequenziamento del genoma del virus ai test diagnostici, fino ai vaccini e agli anticorpi monoclonali, tutte le risposte al Covid-19 sono state biotecnologiche”, evidenzia Riccardo Palmisano, Presidente Assobiotec. Il Biotech è oggi universalmente riconosciuto come un asset sul quale i Paesi sviluppati non possono non puntare per una ripartenza economica sostenibile. In questo senso dal Governo stanno arrivando - sottolinea ancora Palmisano - segnali incoraggianti per lo sviluppo del settore, come l’innalzamento del credito d’imposta da 4 a 20 milioni, la nuova identità assegnata dal MISE a Fondazione Enea Tech e Biomedical con altri 400 milioni a disposizione delle startup, e ancora la detassazione del capital gain per chi investe in startup e PMI innovative.
Stando ai dati contenuti nel BioInItaly Report 2021, solo il valore del fatturato aggregato - pari a 11,4 miliardi di euro - mostra un lieve arretramento nel 2019 sul 2018, pur non essendosi modificate in maniera significativa né l'operatività né la redditività delle imprese del settore.
Risulta invece in deciso aumento il fatturato generato dalle imprese a capitale italiano specializzate nella R&S biotecnologica il cui valore, rispetto all’anno precedente, cresce nel 2019 di oltre il 23%, ben al di sopra della media annua del 12,3% registrata fra il 2014 e il 2019.
Sempre con riferimento a queste imprese, aumentano anche gli investimenti in R&S intra-muros, saliti nel 2019 dell’11,4% rispetto all’anno precedente e del 46,7% rispetto al 2014.
A livello generale, la stessa dinamica di crescita si rileva sostanzialmente per quanto riguarda il numero di addetti delle imprese biotech, che superano nel complesso le 13 mila unità, con le realtà specializzate nella R&S biotecnologica che occupano oltre 6 mila persone.
Sebbene l’attività delle imprese biotecnologiche rimanga in gran parte concentrata nell’ambito della salute, tra il 2014 e il 2019 si registra una tendenziale espansione delle imprese che sviluppano applicazioni biotecnologiche per l’industria, l’ambiente e per l’agricoltura e zootecnia. Una dinamica, questa, strettamente legata ai processi di innovazione volti ad una maggiore sostenibilità ambientale che stanno caratterizzando molti comparti produttivi, non esclusi quelli più “tradizionali”.
Per queste imprese, fra il 2014 e il 2019 è cresciuto ancora più velocemente il volume degli investimenti in R&S intra-muros biotecnologica, con incrementi di +52% per industria e ambiente e di +64% per agricoltura e zootecnia. Nel complesso, tuttavia, tali investimenti restano ancora concentrati (per l’88%) nell’ambito della salute umana.
La quota di imprese di micro o piccole dimensioni supera l’80% del totale del settore, mentre le medie imprese rappresentano l’11% della popolazione censita e le grandi il 9%.
Con una quota in continua crescita, oltre il 20% nel 2020, le startup innovative contribuiscono significativamente all’aumento del numero complessivo di imprese biotech in Italia.
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Scopri il crowdfunding →A livello geografico l’assetto del settore non presenta novità sostanziali nel confronto con gli anni precedenti. La presenza delle imprese biotech italiane è diffusa su tutto il territorio nazionale e, sebbene si registri una lieve crescita di quota delle regioni del Mezzogiorno (dal 16,6% del 2014 al 19,2% del 2019), il settore rimane concentrato per più del 60% nel nord del Paese.
La concentrazione è ancora maggiore per le variabili economiche, con oltre l’85% del fatturato da attività biotech e più del 75% degli investimenti in R&S intra-muros che continuano ad essere realizzati in sole tre regioni: Lombardia, Lazio e Toscana.
Unica regione meridionale che emerge per quota sul totale del numero di imprese e di investimenti in R&S è la Campania.