In base ai dati raccolti dal Digital 2022 Global Overview Report, le persone che, in Italia, usano i social network in maniera attiva sono 43,2 milioni, vale a dire qualcosa come il 71,6 per cento della popolazione italiana. Nell’ultimo anno, si è registrata una crescita del 5,4 per cento, oltre 2 milioni di nuovi utenti che si sono affacciati sulle varie piattaforme.
Gli italiani, tuttavia, sembrano aver ridotto il tempo che passano sui social dopo la sbornia che si è avuta durante i vari lockdown ma, in termini assoluti, il calo è minimo, pari a 5 minuti in meno al giorno, su una media di permanenza di 1 ora e 47 minuti, distribuita tra le 6 piattaforme principali (Facebook, Instagram, Tik Tok, Twitter, Linkedin, YouTube).
Un aspetto molto importante è rappresentato dal fatto che la frequentazione dei social determina il modo di relazionarsi sia con l’ambiente stesso che con le persone che lo popolano e, un altro rapporto, stilato da Italian Tech e SWG nell'ambito dell'Osservatorio Hi-Tech, ha cercato proprio di analizzare e raccontare questo legame nel dettaglio, intervistando un campione di 1.000 individui di età compresa tra i 14 e i 75 anni.
Com’era prevedibile, le risposte sono state molto variegate, proprio perché il rapporto con i social cambia in base alle generazioni, che hanno abitudini ed interessi diversi. Per esempio, per i nati tra gli anni '80 e gli anni 2000, il rapporto è tendenzialmente positivo mentre il dato cambia con l'aumentare dell'età: quasi il 45 per cento dei Baby Boomer, i nati tra gli anni '50 e '60, lo considera superfluo o inutile.
L'età influenza sensibilmente anche le scelte della piattaforma preferita, con Instagram e TikTok che la fanno da padroni tra i più giovani, mentre tra le fasce di età più adulte resiste Facebook, ancora un punto di riferimento per l'80 per cento dei Baby Boomer.
Ma che cosa fanno gli italiani sui social? Dalla ricerca del Digital Global Overview Report, quasi la metà (il 48 per cento) “cerca delle storie”, mentre a seguire si trovano “restare in contatto con amici e familiari” e “riempire il tempo libero”.
Nati intorno ai rapporti sociali è evidente che i social si sono evoluti in qualcosa di diverso, dove l’intrattenimento è diventato l’aspetto preponderante, addirittura per il 56 per cento del campione.
Questo è soprattutto vero per TikTok che viene utilizzato quasi esclusivamente per questa finalità, mentre Facebook e Instagram conservano la componente sociale originaria. Twitter e LinkedIn invece seguono logiche proprie che ne determinano l’utilizzo in modo più selettivo, rispettivamente per news e ricerca di lavoro.
I dati raccolti da Swg e Italian Tech dicono anche che sono le foto e le immagini a calamitare il nostro interesse, anche qui con una differenza generazionale: la Generazione Z preferisce video e stories, i più grandi invece post scritti, commenti e articoli.
Emerge comunque un rapporto complesso dove non mancano i casi di coloro che decidono di abbandonare le piattaforme, con motivazioni diverse: Facebook ha scontato le numerose accuse di diffondere fake news e contenuti discutibili, mentre la cultura dell’immagine, che è stata la fonte del successo di Instagram rischia sempre più di rivelarsi un boomerang riguardo alla percezione distorta di sé stessi rispetto ai modelli proposti, soprattutto nelle ragazze. TikTok, popolarissimo tra i teenager, ha un algoritmo che è costruito per tenere gli utenti il più possibile incollati alla piattaforma e proprio l’incapacità di controllare il tempo di utilizzo è uno dei motivi più citati da chi ha deciso di uscirne.
Se il presente quindi è caratterizzato da numerose contraddizioni, il futuro non è certo roseo, almeno a giudicare dalle risposte degli italiani, con gli hater e ancora le fake news che continueranno a farla da padrone, generando sfiducia crescente nei confronti dei vari social.
Anche il metaverso, infine, non viene visto come una novità positiva, bensì, in molti casi, suscita indifferenza se non addirittura preoccupazione e tristezza.