Tra le varie forme di finanziamento più innovative che negli ultimi anni si sono affermate è emerso anche il lending base crowdfuning, una forma di prestito concesso a imprese o privati. Viene detto anche “P2P lending”, ossia “peer to peer”, quando vengono utilizzate piattaforme online, o ancora “social lending”.
La persona o l’impresa che necessita di un prestito (in denaro) per poter realizzare un progetto, che sia di natura personale o imprenditoriale, effettua la richiesta alla piattaforma online, sulla quale i prestatori investono prestando il denaro a tassi di interesse mediamente superiori rispetto a quelli proposti dagli istituti di credito.
Le piattaforme di lending crowdfunding hanno quindi il ruolo di mettere in contatto domanda e offerta, selezionando, classificando e approvando i progetti per i quali si richiedono i finanziamenti. Non solo: si incaricano di organizzare i flussi finanziari (esborsi e rimborsi) e, nel caso di mancato pagamento, si occupano anche del processo di recupero crediti.
Generalmente le aziende possono richiedere finanziamenti che vanno da un minimo di 30mila euro fino a 3 milioni di euro, per durate che variano a seconda della piattaforma.
Attualmente in Italia esistono diverse piattaforme di lending crowdfunding. Da quelle dedicate ai prestiti alle imprese a quelle che operano nell’ambito dei prestiti personali.
Richiedere un prestito col lending crowdfunding è di norma semplice. Occorre collegarsi al sito del marketplace e dopo avere inserito i dati richiesti attendere la valutazione. Per le aziende, oltre al merito creditizio occorrono maggiori requisiti: sede legale in Italia, bilancio depositato, fatturato superiore a una determinata soglia.