Il 2020 è stato un anno cruciale per il settore delle scienze della vita. Lo dimostrano il numero e il volume di quotazioni in Borsa di aziende del settore, che hanno raggiunto il massimo storico a livello globale. Lo stesso interesse in questo ambito si registra in Italia, come evidenziato da Italian Angels for Growth, che ha messo in luce il ruolo fondamentale giocato dalle piccole società nello sviluppo di farmaci, terapie e vaccini.
Quando si pensa alla ricerca di prodotti farmaceutici innovativi, si è portati ad attribuire queste scoperte alle grandi aziende che da decenni dominano il settore, e che effettivamente portano questi prodotti sul mercato. Al contrario, i nuovi prodotti nascono da team di medici e universitari e sono ormai quasi sempre sviluppati nelle prime fasi di ricerca da piccole società; le grandi aziende entrano in gioco solo ad uno stadio avanzato del lungo processo di ricerca e sviluppo che porta alla messa in commercio di un nuovo farmaco.
Le fasi attraverso cui passano le società attive nella scoperta di nuovi farmaci e vaccini sono sei.
I grandi player del mondo farmaceutico intervengono tendenzialmente nelle fasi intermedie e finali dei trial clinici, finanziando o acquisendo le società per permettere ai farmaci più promettenti di concludere il percorso approvativo ed arrivare sul mercato. È invece proprio negli stadi iniziali, dalla scoperta e sviluppo del composto, fino ai test pre-clinici e le prime fasi dei test clinici, che gli investitori ricoprono un ruolo chiave. Finanziando le società durante i primi anni del loro percorso, sostengono la crescita nelle fasi a più alto rischio.
Lo IAG Index - termometro dell’ecosistema startup elaborato da Italian Angels for Growth - per quanto riguarda le società Life Science early stage evidenzia round medi che vanno da € 0,6 milioni per i pre-seed ai € 6,7 milioni per i Series A, con valutazioni pre-money da € 2,7 milioni (pre-seed) a € 13,0 milioni (Series A).