Eucardia punta a rendere disponibile una soluzione terapeutica fortemente innovativa per curare i pazienti che soffrono di insufficienza cardiaca sistolica. Ne abbiamo parlato con Marco Bottaro, CEO della PMI innovativa.
Eucardia lavora allo sviluppo della tecnologia Heart Damper®, con l’obiettivo di offrire a pazienti che soffrono di scompenso cardiaco una cura semplice e innovativa.
Lo scompenso cardiaco è una condizione cronica e progressiva che compromette la capacità del cuore di pompare una quantità di sangue adeguata al fabbisogno corporeo. I sintomi, via via più gravi, sono principalmente spossatezza, affanno frequente, riduzione della tolleranza allo sforzo, edema e problemi respiratori.
Le terapie biomedicali oggi disponibili sono complesse, molto invasive e costose, e per queste ragioni vengono utilizzate come salvavita solo in una fase terminale della malattia. Noi stiamo lavorando a una soluzione terapeutica più semplice, precoce e meno invasiva. Riteniamo infatti che grazie al nostro lavoro sarà possibile, entro qualche anno, curare prima e meglio chi soffre di scompenso cardiaco, migliorando qualità e aspettativa di vita, e riducendo al contempo gli ingenti costi di assistenza sanitaria.
In primis ai pazienti, perché sono i destinatari della cura. Ma anche e soprattutto ai medici specialisti di cardiologia, cardiologi interventisti e cardiochirurghi, chiamati a valutare e proporre al paziente le migliori scelte terapeutiche disponibili.
Si tratta di un progetto italiano che potrebbe varcare i confini nazionali e avere successo a livello internazionale?
Sì, Eucardia nasce in Italia e ha una struttura societaria e operativa tuttora italiana. Fin da subito ci siamo però preoccupati di costruire collaborazioni internazionali, sia per coinvolgere le migliori competenze in ogni singola fase di sviluppo, sia per creare quella rete di relazioni e partnership che è indispensabile per promuovere il progetto su scala più ampia. Del resto, la nostra soluzione si rivolge a un problema diffuso in tutto il mondo.
Gli obiettivi per una realtà come la nostra sono sempre molti. In estrema sintesi, l’obiettivo finale è rendere la tecnologia Heart Damper® disponibile sul mercato per la cura dei pazienti; nel breve-medio termine è garantire la sostenibilità finanziaria del piano di sviluppo attraverso la raccolta di capitali.
La strategia di comunicazione Eucardia combina differenti canali. Nel tempo abbiamo goduto di una copertura mediatica piuttosto ampia, che ha sottolineato passaggi importanti, come la vittoria del Premio Gaetano Marzotto, nel 2016, oppure la partecipazione a eventi internazionali, in Europa e in Oriente. Siamo inoltre attivi su differenti canali social, principalmente LinkedIn, Facebook e Twitter, dove annunciamo eventi, iniziative e condividiamo i nostri passi avanti a livello di ricerca e corporate.
I punti di forza di Eucardia risiedono nel team di lavoro, costituito da persone con esperienze e competenze specifiche di settore, e nella innovatività della tecnologia. Le terapie biomedicali oggi disponibili per la gestione dello scompenso cardiaco vengono utilizzate in fase terminale, quando la funzionalità del cuore è fortemente compromessa. Grazie all’estrema semplicità e minore invasività, la nostra soluzione mira a un intervento in fase più precoce, quando il cuore ha ancora una discreta funzionalità.
Dedicandoli principalmente agli investimenti in ricerca e sviluppo. In sintesi, significa eseguire una serie di test necessari a completare l’ottimizzazione del design del dispositivo e a fissarne le specifiche tecniche, raggiungendo una milestone essenziale, il cosiddetto “Design Freeze”, e consolidando al contempo un know-how proprietario unico sull’attuale mercato. A quel punto, Eucardia potrà procedere con la fase di validazione pre-clinica e, successivamente, con la fase di validazione clinica.
Sì, naturalmente anche noi abbiamo dovuto apportare alcune modifiche al nostro modo di lavorare. Avendo intuito che i tempi per superare la pandemia sarebbero stati lunghi, abbiamo fin da subito deciso di riorganizzare il lavoro facendo ampio uso delle tecnologie di collegamento in remoto e chiuso il nostro ufficio operativo per ottimizzare i costi. Rimangono naturalmente alcune attività “fisiche”, che per ora possiamo agevolmente portare avanti appoggiandoci alle strutture operative dei nostri partner di progetto.