“Il governo è impegnato a stimolare il potenziale di innovazione che start-up e Pmi innovative possono generare a supporto della trasformazione delle filiere nazionali, nel quadro della doppia transizione digitale ed ecologica”. È un impegno programmatico forte quello con cui il ministro dello Sviluppo Economico (Mise), Giancarlo Giorgetti, ha introdotto nella sesta relazione annuale inviata in Parlamento sullo stato di attuazione delle misure a sostegno delle imprese ad alto tasso di innovazione.
Il documento si è soffermato sui principali risultati raggiunti nel 2020 e nel 2021 dalle imprese innovative che hanno dato prova di resilienza in un contesto economico e sociale nel difficile momento della vita economica del Paese segnato dalla pandemia.
Dati alla mano, nel 2021, il numero di imprese innovative ha registrato un buon incremento, arrivando a totalizzare, nel terzo trimestre, circa 14.000 nuove start-up (+16,8 per cento rispetto all’anno precedente) e 2.066 PMI innovative (+15,5%).
Il contributo delle imprese innovative è stato apprezzabile anche dal punto di vista dell’occupazione che ha visto un incremento del 40,5 per cento.
Questa crescita risultano anche - in parte - superiore a quella del 2020 rispetto al 2019, quando le iscrizioni nella sezione speciale del registro delle imprese erano cresciute del 10% per le start-up innovative e del 31,4% per le Pmi.
L’istantanea del recente passato mostra, quindi, un quadro positivo che fa ben sperare anche e soprattutto se lo si guarda nella controluce del fatto che circa il 27% dei 235 miliardi di euro previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) dovrà essere destinato proprio all’innovazione e alla digitalizzazione.
Sotto il profilo territoriale, anche nei primi nove mesi del 2021 la Lombardia ha detenuto il primato per il maggior numero di start-up (3.751, pari al 26,8% del totale) e Pmi innovative (602; 29,1%). A seguire il Lazio (1.638 e 231) e la Campania (1.238 e 158).
La crisi pandemica e la transizione digitale - rileva ancora la relazione - hanno portato le realtà più dinamiche ad adattarsi ai nuovi scenari e ai mercati più promettenti, sperimentando nuovi modelli di produzione, distribuzione e consumo di beni e servizi, al fine di individuare nicchie di mercato inedite, a esplorare nuovi fronti produttivi, oppure a sviluppare nuove tecnologie e attività di ricerca.
Un altro importante capitolo della relazione è quello che ha riguardato gli strumenti messi a disposizione dal Mise per rendere l'ecosistema dell'innovazione nel nostro Paese più solido e competitivo.Tra questi, in particolare, vale la pena citare: