La roadmap dell’adozione del cloud da qui al 2025

Redazione BacktoWork 13/05/2022

Qual è il futuro del cloud computing? Un aumento inesorabile degli investimenti IT che riguardano la sua penetrazione negli scenari aziendali rappresenta un primo e importante indizio

Nei prossimi anni, l’impegno economico che le aziende destineranno per il cloud computing si avvicinerà di molto a quello riservato ai servizi IT tradizionali. Per arrivare a superarlo, con tutta probabilità, nel 2025.

Questa data è stata fissata da Gartner che ha appena reso pubblica una ricerca dedicata proprio al percorso di cloud shift, il passaggio di sostituzione dei sistemi localizzati internamente con quelli basati sulla “nuvola”. 

Il lavoro sistematico di indagine sull’introduzione del cloud computing nei contesti di business, il suo utilizzo e i trend delle tecnologie emergenti basate sulla sua tecnologia, ha preso in considerazione quei settori aziendali che possono realmente trarre un beneficio dalla transizione. In dettaglio, quelle che operano all'interno dei mercati del software applicativo e infrastrutturale, dei servizi di processo aziendale e dell'infrastruttura di sistema. 

Entro il 2025, il 51 per cento della spesa IT in queste macroaree non sarà più riservata ai servizi IT in house, ma verrà destinata ai corrispettivi in cloud. E se ci si riferisce, nello specifico, ai software applicativi, la percentuale sale fino 65,9 per cento, rispetto al 57,7 per cento dell’anno in corso. 

Il confronto della spesa 

Market Impact: Cloud Shift: 2022 Through 2025 è il titolo della ricerca, che fornisce una visione di alto livello dell'impatto sul mercato del cloud computing e misura il rapporto tra la spesa sostenuta per servizi IT aziendali e quella per i servizi cloud pubblici in determinati segmenti di mercato.

Confrontando tra loro solo quei mercati in cui il cloud è una tendenza significativa è facile accorgersi della buona base di innovazione tecnologica messa a disposizione dai fornitori di servizi. A questo proposito emerge un dato confortante per chi offre piattaforme distribuite: l'accelerazione del passaggio al cloud si traduce in nuove opportunità di mercato sia per i provider che per le aziende, in quanto entrambi possono inaugurare processi di digital transformation allo stato dell’arte.

L’aumento dei budget, c’è da supporre leggendo le conclusioni a cui sono giunti i team di ricerca, amplificherà l'introduzione di nuove tecnologie come le soluzioni per estendere la capacità di integrazione tra sistemi, quelle che migliorano i processi di lavoro agili e, in generale, i modelli di architettura componibili. Molte di queste, nel lungo periodo, offuscheranno ulteriormente i confini tra le offerte tradizionali e quelle di nuova concezione con le seconde che prenderanno talmente piede da rendere inadatte le prime.

"Il passaggio al cloud è stato accelerato negli ultimi due anni a causa del Covid-19 , poiché le organizzazioni hanno risposto a una nuova dinamica aziendale e sociale", ha affermato Michael Warrilow, vice president di Gartner. "I fornitori di tecnologia e servizi che non riescono ad adattarsi al ritmo di questo cambiamento corrono il rischio crescente di diventare obsoleti o, nella migliore delle ipotesi, essere relegati in mercati a bassa crescita".

La creatività in azienda 

Per molte piccole e medie imprese riprendere i flussi di lavoro dopo l'epidemia non è stato - e non è tuttora - così facile.

Tuttavia, proprio nel momento più delicato da un punto di vista organizzativo, molte realtà hanno registrato una crescita significativa, perché hanno saputo fare scelte forti mostrando flessibilità e versatilità e, registrando il miglioramento di alcune metriche, hanno deciso di non arrestare la transizione esplorandone tutte le possibilità.

Le piattaforme cloud-native utilizzano le funzionalità principali del cloud computing per fornire funzionalità IT scalabili. Per questo motivo, Gartner prevede che rappresenteranno la base per oltre il 95 per cento delle nuove iniziative digitali del 2025, rispetto a meno del 40 per cento del 2021.

Il cruciale passaggio di tecnologia dal server interno alla piattaforma distribuita è un gioco da 1,3 trilioni di dollari di spesa in infrastrutture e nuovi servizi pensati appositamente per i contesti aziendali. Una cifra che senza dubbio crescerà fino a quasi 1,8 trilioni di dollari nel 2025.

La maggior parte delle aziende oggi vede l’opportunità di “passare al cloud” come una scelta meramente tecnologica, una nuova modalità organizzativa che si relaziona con le possibilità offerte da una nuova piattaforma di sviluppo.

Tuttavia, questo punto di vista è destinato a cambiare radicalmente per via di ciò che il futuro del cloud computing lascia presagire già oggi, grazie alla sua capacità di condividere app performanti, di velocizzare alcune pratiche di gestione dei progetti aziendali e, di essere una componente importante per sviluppare la creatività e la collaborazione. 

Basti pensare all’esempio rappresentato dalla tecnologia open source che consente  di amministrare più efficacemente le risorse cloud. Si tratta, qui, di piattaforme sviluppate con software o infrastrutture “aperte” che chiunque può modificare.

Il framework IT open source permette di far crescere rapidamente l’infrastruttura di rete, introdurre più facilmente nuove funzionalità, ridurre al minimo i rischi per la sicurezza e prepararsi meglio a una delle nuove frontiere del cloud computing.

Le tendenze future del cloud computing

Intelligenza artificiale e cloud computing, oltre ad essere indissolubilmente legati, hanno una relazione reciprocamente vantaggiosa. Il futuro del cloud computing previsto per il 2025 promette, tra le altre cose, una democratizzazione dell'IA che riuscirà a raggiungere un pubblico più ampio. Anche le piccole imprese potranno, quindi, usufruire di pacchetti con intelligenza artificiale e capacità di calcolo davvero avanzati.

Un'altra tendenza citata dal report sul futuro del cloud computing 2025 è che l'uso di ambienti multi-cloud e cloud integrato aumenterà

Le aziende sanno già ora che la governance dei servizi cloud non riguarda solo la creazione di una singola piattaforma o di una nuova rete software. Si tratta viceversa di selezionare l'approccio migliore per l'attività che mescoli ambienti locali, magari vincolate a piattaforme esistenti per processi aziendali noiosi o complessi da modificare, ai superpoteri del cloud. 

Anche la crescita del cosiddetto Confidential Computing (l’informatica “riservata”, nda) non è da sottovalutare. Si tratta di una tecnologia che protegge e gestisce i dati personali in unità sicure dove le componenti, insieme al dataset e alle procedure utilizzate per gestire il tutto, sono accessibili solo a un codice informatico autorizzato attraverso cloud.

Le aziende sono passate a questa modalità durante l’epidemia caricando informazioni crittografate sui server perché l’azione garantiva riservatezza e un maggiore grado di sicurezza, un enorme vantaggio, oggi, in un contesto in cui gli attacchi informatici diventano sempre più frequenti.


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