Round di investimento Serie A, B, C per le startup

Redazione BacktoWork 23/05/2023

Quando si parla di round di finanziamento di Serie A, B, C, ecc., ci si riferisce ad una raccolta di capitale di rischio che avviene nella fase di crescita (growth) di una startup. L'esigenza di finanziamenti esterni può, infatti, accompagnare una startup lungo tutta la propria esistenza, dall'avvio fino alla maturità. Naturalmente, ogni startup ha necessità ed obiettivi specifici a seconda della fase di vita in cui si trova (startup lifecycle); allo stesso modo anche gli investimenti seguono un proprio ciclo, che viene denominato financing cycle, in cui ad ogni fase corrispondono differenti finanziamenti e soggetti disposti ad erogarli

Dopo le fasi di “validazione” del proprio progetto di business (pre-seed, seed ed early stage), inizia per la startup la fase di crescita e di sviluppo commerciale, che può essere così suddivisa:

  • Early Growth (Round Serie A e Serie B) 
  • Sustained Growth (Round Serie C, D, ...) 

Ogni raccolta di capitale che avviene in questa fase è contrassegnata da una lettera (A, B, C, ecc.): si parte dal round Serie A e si procede sulla base dei crescenti bisogni di capitale della società.

L’entità dei finanziamenti erogati da Venture Capital e fondi di Private Equity è via via maggiore, da 1 milione di euro fino a oltre 100 milioni di euro, poichè ogni round è progettato per fornire all'azienda abbastanza capitale per “scalare” e raggiungere un determinato traguardo o la fase successiva, fino al momento che precede la exit.

Early Growth 

A venire per prima è naturalmente la Early Growth. Si tratta della fase di crescita iniziale, come indica il termine, in cui tra le altre operazioni che caratterizzano l’ingrandimento della startup dopo il seed, vi è la capitalizzazione con il round Serie A, attraverso l’arrivo di fondi di investitori che in questo frangente guardano non solo alla validità dell’idea, ma anche alla presenza di una strategia realistica. 

Diventa qui importante un business plan credibile, che possa attirare quei fondi più tradizionali che in questo caso, di solito, sostituiscono in parte gli angel investors che invece erano stati protagonisti del seed. Capita per esempio che un fondo di venture capital faccia da capofila e guidare gli investimenti. 

Anche in questa fase l’equity crowdfunding è largamente usato.

Le startup che hanno completato un round Serie A si avviano alla fase di sviluppo in cui devono allargare il mercato e allo stesso tempo assumere talenti, avviare le vendite in modo professionale, rafforzare l’infrastruttura tecnologica, fare campagne di marketing. 

Entrano in gioco quindi altri venture capitalist, che danno vita a una Serie B di investimenti, aggregando, come successo anche nella Serie A, altri fondi spesso dietro un leader investor

Sustained Growth 

Non sono molte le startup che superano le fasi di pre-seed, di seed e poi quella di early growth, con la Serie A e la Serie B. Quelle che lo fanno hanno già avuto un certo successo, e si possono rivolgere di nuovo agli investitori, con una Serie C, per cercare di espandersi in nuovi mercati, sia da un punto di vista geografico che settoriale. 

Potrebbe anche essere l’occasione per acquisire altre imprese, sia concorrenti che complementari, allo scopo di allargarsi e/o acquisire competenze. 

Naturalmente ancora più che nei round precedenti in questo caso a essere protagonisti sono banche di investimento, hedge fund, aziende di private equity, e anche grandi aziende, più che singoli investitori. Del resto, entrano in gioco fondi molto importanti, di decine o centinaia di milioni. 

A maggior ragione se dopo una Serie C arriva una Serie D o una Serie E nel caso la startup, che ormai non è più tale di fatto, continui a crescere. 


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