La spinta verso il digitale prodotta dalla pandemia ha avuto un impatto diretto sul settore sanitario, coinvolgendo cittadini, medici e strutture. Nel 2020 la spesa per la Sanità Digitale è cresciuta del 5% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore di 1,5 miliardi di euro, pari all’1,2% della spesa sanitaria complessiva dell’Italia. Ma - avverte l’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano - la digitalizzazione procede a velocità diverse sul territorio e le competenze digitali dei professionisti sanitari sono ancora insufficienti. Il PNRR può rappresentare la grande occasione per superare le fragilità emerse durante la crisi e progettare fin da subito la Sanità post-emergenza.
Secondo i risultati di una recente ricerca condotta dall’Osservatorio, cresce la conoscenza e l’impiego dei canali digitali nel settore sanitario. Il 73% dei cittadini usa Internet per ricercare informazioni sanitarie (rispetto al 60% del 2019). Il 43% si è informato online sulla campagna vaccinale. Aumenta l’importanza del digitale anche per la prevenzione e il monitoraggio della salute, con il 33% dei pazienti che usa App per controllare il proprio stile di vita e più del 20% che utilizza App per ricordarsi di prendere un farmaco o per monitorare i propri parametri clinici.
L’uso della Telemedicina da parte dei medici è triplicato durante la pandemia. Il servizio più utilizzato è il Tele-consulto, seguono la Tele-visita e il Tele-monitoraggio.
“La Telemedicina è entrata finalmente nell’agenda dei decisori politici, che hanno compreso quanto sia fondamentale per garantire la continuità di cure, anche a domicilio, e l’integrazione fra ospedale e territorio – afferma Chiara Sgarbossa, Direttrice dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità -. L’accelerazione imposta dalla pandemia e dall’evoluzione normativa ha aumentato l’interesse e l’impiego di applicazioni di Telemedicina da parte dei medici. Se prima dell’emergenza il livello di utilizzo superava di poco il 10%, durante l’emergenza è triplicato, superando il 30% per molte applicazioni”.
Secondo i medici specialisti, le soluzioni di Telemedicina consentirebbero di organizzare da remoto circa il 20% delle visite di controllo ai pazienti cronici. Idea condivisa anche dai pazienti, per i quali la percentuale di visite da remoto supera il 40% per molte patologie. Considerando le stime dei medici specialisti sulle visite remotizzabili (20%) e i soli pazienti con patologie croniche (24 milioni in Italia), l’Osservatorio ha stimato che grazie al potenziamento dei servizi di Telemedicina sarebbe possibile risparmiare 48 milioni di ore ad oggi sprecate in spostamenti evitabili, quota che sale a 66 milioni di ore se si considera che il 35% dei pazienti viene accompagnato presso lo studio medico da un caregiver.
La pandemia ha accelerato la diffusione di strumenti digitali nel settore sanitario, ma il processo di digitalizzazione del sistema sanitario è ancora frammentato e disomogeneo. Uno dei punti più critici sono le competenze digitali dei professionisti sanitari. Il 60% dei medici specialisti e dei medici di medicina generale (MMG) ha sufficienti competenze digitali di base (Digital Literacy), legate all’uso di strumenti digitali nella vita quotidiana, ma solo il 4% ha un livello soddisfacente in tutte le aree delle competenze digitali professionali (eHealth Competences).
Un SSN più digitale e connesso, inoltre, non può prescindere da un’adeguata gestione e valorizzazione dei dati in sanità, ma l’asset principale per la raccolta dei dati sui pazienti, il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), è ancora poco sfruttato: solo il 38% della popolazione ne ha sentito parlare e solo il 12% è consapevole di averlo utilizzato.
Secondo gli autori della ricerca, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta una grande opportunità per le risorse messe in campo - 7 miliardi per lo sviluppo di reti di prossimità, strutture e Telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale, e 8,63 miliardi per l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del SSN - ma anche perché traccia gli obiettivi da perseguire per costruire la Sanità del futuro.
“Nel 2020 il processo di digitalizzazione dell’ecosistema della salute del nostro Paese ha accelerato, ma procede ancora a velocità diverse sul nostro territorio” – afferma Cristina Masella, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità -. “Le risorse del PNRR sono l’occasione per completare la transizione verso la “Connected Care”, ma è fondamentale utilizzarle in modo appropriato, investendole per colmare il gap ancora presente in molte regioni e aziende sanitarie, abilitare l’innovazione anche dal punto di vista organizzativo, promuovere e condividere le esperienze più virtuose”.
“Una rivoluzione necessaria” – conferma Mariano Corso, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità - “che si potrà attuare soltanto sviluppando la cultura e le competenze digitali di medici e cittadini, migliorando la governance dei progetti digitali, promuovendo una più efficace collaborazione fra tutti gli attori dell’ecosistema sanitario, valutando i risultati degli investimenti abilitati dalle risorse del PNRR”.