Nei prossimi anni ingenti investimenti pubblici e privati saranno indirizzati verso l’economia dello spazio, la catena del valore che dalla ricerca, sviluppo e realizzazione delle infrastrutture e tecnologie spaziali genera prodotti e servizi innovativi nei settori più diversi.
Il Politecnico di Milano stima che il mercato della Space Economy valga oggi 371 miliardi di dollari di ricavi a livello globale, di cui il 73% riconducibile all'industria satellitare (che include servizi satellitari di telecomunicazione, navigazione ed osservazione della Terra e prodotti per l'equipaggiamento a Terra come sensori, antenne o GPS).
Il settore si sta allargando coinvolgendo nuovi operatori e nuovi business. Da un lato la riduzione delle barriere di accesso allo spazio - con la miniaturizzazione dei satelliti, costi di lancio inferiori rispetto al passato e regolamentazioni meno stringenti - sta portando alla nascita e rapida crescita di numerose startup della Space Economy, che nel 2021 hanno raccolto complessivamente 12,3 miliardi di euro di finanziamenti.
Dall’altro lato, le aziende dell'industria spaziale si stanno aprendo alla collaborazione con attori privati e imprese end-user che operano in settori “non spaziali”.
Il mondo Energy & Utility e quello Insurance, ma potenzialmente anche Real Estate, Logistica e Agricoltura, sono infatti sempre più interessati all’integrazione di tecnologie, sistemi e servizi basati sullo spazio e all’utilizzo di dati di origine spaziale per fini commerciali sulla Terra.
Ma la Space Economy cresce anche in termini di satelliti in orbita. Se ne contano in totale 4838, con un aumento in particolare dei piccoli satelliti (sotto i 600 kg): solo nel 2020 ne sono stati lanciati 1202.
In questa prospettiva lo Spazio è diventato sempre più centrale nel dibattito pubblico e nelle politiche di molti Paesi, per la sua rilevanza sul piano economico e sugli equilibri geopolitici internazionali.
Nel mondo sono ben 88 i Paesi che investono in programmi spaziali, ma di questi solo 14 hanno attualmente capacità di lancio. Si stima che la somma dei budget governativi a livello globale sia compresa tra 86,9 e 100,7 miliardi di dollari.
Per entità di spesa, appena dopo gli Stati Uniti (ampiamente al primo posto nel mondo con 43,01 miliardi di dollari), si colloca l'Europa con 11,48 miliardi di dollari, seguita da Cina, Russia, Giappone e India.
Grazie a Copernicus, EGNOS e Galileo, l'UE possiede sistemi spaziali di livello mondiale, con più di 30 satelliti in orbita (l'intenzione è di raddoppiarne il numero nei prossimi 10-15 anni) e una previsione di spesa media annua di 14,8 miliardi di euro nel periodo 2021-2027, la somma più alta mai stanziata.
L'Italia è tra i nove Paesi dotati di un'agenzia spaziale con un budget annuo di oltre 1 miliardo di dollari. Analizzando gli investimenti dei singoli Stati in relazione al PIL (dati 2019), il nostro Paese si colloca al sesto posto al mondo, dopo Russia, Usa, Francia, India e Germania, e al terzo in Europa.
Inoltre, con 589,9 milioni di euro, l'Italia è il terzo contribuente dell'European Space Agency nel 2021, dopo Francia (1065,8 milioni) e Germania (968,6).
L’ultima ricerca degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano evidenzia come le tecnologie spaziali e satellitari in combinazione con le tecnologie digitali più avanzate rappresenteranno un fattore chiave per il raggiungimento degli obiettivi strategici di innovazione e sostenibilità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (1,49 miliardi di euro di finanziamenti diretti allo spazio) e del Green New Deal europeo.
La ricerca spaziale con le sue applicazioni può infatti contribuire in vari modi alla transizione digitale ed ecologica, alla mobilità sostenibile, all'inclusione e alla salute delle persone. Le nuove infrastrutture SatCom saranno fondamentali per lo sviluppo della telecomunicazione, della crittografia quantistica, della telemedicina. La protezione del pianeta e la transizione green richiederanno soluzioni avanzate di osservazione dallo spazio. La mobilità intelligente e la guida autonoma potranno svilupparsi solo con sistemi satellitari di posizionamento e geo-localizzazione. L’Internet satellitare è destinato a diffondersi per coprire le aree che non sono ancora in grado di accedere alla Rete via cavo.
In questo contesto, l'integrazione delle tecnologie digitali in infrastrutture spaziali di nuova generazione costituisce il cuore della New Space Economy, frontiera decisiva per lo sviluppo di servizi innovativi ad elevato valore aggiunto.