Stefanini (myfoglio): "Portiamo in cloud elettricisti, idraulici, falegnami, e il futuro è la blockchain"

Gianni Balduzzi 03/09/2021

Da oltre 25 anni impegnato come imprenditore in vari ambiti del digitale, è stato un precursore di Internet in tempi non sospetti fondando un Internet provider già nel 1995, e negli ultimi anni ha avviato due startup di successo in ambito social-commerce e fatturazione elettronica. Di recente hai iniziato a valutare e seguire, in veste di business angel e investitore, anche altre startup in ambito blockchain e più specificatamente in quella che viene definita finanza decentralizzata. 

Per questo Roberto Stefanini, fondatore di myfoglio, gestionale in cloud per professionisti e microimprese, in grado di gestire fatture, anche elettroniche, preventivi, bolle, registrazione spese, ecc, ha una sua visione su come questi mercati in espansione stiano cambiando velocemente, e soprattutto di come continueranno a cambiare nel prossimo futuro.

Abbiamo voluto incontrarlo per una chiacchierata sul tema.

Dottor Stefanini, innanzitutto vorrei chiederle come l’ultimo anno e mezzo ha cambiato il vostro business 

Sicuramente è cambiato qualcosa, come può apprezzare noi oggi stiamo facendo questa call con una naturalezza e una facilità che appunto un anno e mezzo fa non sarebbero state scontate. Nonostante noi fossimo già abituati di nostro a lavorare in smart working da prima della pandemia, al punto che pur avendo una sede fisica, questa veniva usata di rado e principalmente per attività di team building, comunque avevamo spesso la necessità di incontrare fisicamente clienti e partner, perchè questi non erano confidenti con queste modalità di lavoro. Oggi invece possiamo dire con certezza che anche i nostri clienti/partner si sono abituati e organizzati a lavorare in questa modalità, e questo ci ha ovviamente dato un beneficio in termini di tempo a disposizione, quindi produttività e qualità di vita, oltre che consentirci di gestire meglio problematiche come la sicurezza sanitaria dei ns collaboratori o ridurre/annullare la mobilità, contribuendo anche di poco ad inquinare meno annullando appunto spostamenti fisici verso la sede o in giro per uffici e città dei ns clienti e partner.

Anche per meglio attrezzarsi per la propria operatività quotidiana le imprese hanno quindi incrementato la domanda di servizi digitali? In modo strutturale o solo temporaneo secondo lei?

Avendo un doppio punto di vista, ovvero sul mondo dell’e-commerce e dei gestionali, quindi quello del mondo consumer e business (microimprese e professionisti), devo dire che i comportamenti nei rispettivi ambiti sono stati ovviamente molto diversi, e comunque positivi in ambo i settori. 

Nell’ambito dei gestionali dove vi è stato un passaggio quasi forzato con l’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria nel 2019, l’effetto della pandemia è stato poco significativo sui tassi di crescita o decrescita di nuovi clienti. Quello che abbiamo osservato, è che comunque si è creata una condizione comunque di avvicinamento al digitale e al cloud superiori al pre pandemia, soprattutto perché per varie ragioni molti si sono trovati a dover usare strumenti come Zoom, Teams o similari, per la prima volta in situazioni nuove e necessarie, come la DAD o il telelavoro stesso, e questo ha reso quindi familiare e incuriosito e avvicinato molte persone e professionisti alla tecnologia, soprattutto cloud, che fino a quel momento non ne avevano forse mai sentito parlare o tanto meno sentito l’esigenza di approfondire. Tutto questo ha quindi stimolato positivamente la digitalizzazione anche nel mondo di professionisti e microimprese, che se pur non soggette a imposizione di carattere tecnico fiscale, come la fattura elettronica, hanno comunque iniziato ad utilizzare strumenti cloud e quindi piattaforme come la nostra. Stessa microsoft, ma non solo, hanno confermato questo effetto sui loro servizi, tanto da affermare che si è fatto un salto avanti di almeno 3 anni su quelle che erano le previsione di crescita nei servizi cloud. All’opposto di questo effetto positivo, abbiamo anche osservato purtroppo il risvolto negativo dato dalla riduzione dei volumi gestiti nel 2020(fatture emesse), soprattutto molto evidenti nei periodi di lockdown totale, in modo diffuso e quasi indiscriminato sulle diverse tipologie di professionisti e microimprese. 

Osservando invece il mondo e-commerce dei nostri clienti, il salto in avanti è stato notevole anche qui, senza particolari perdite dopo lo sblocco dei lockdown ma solo crescita e consolidamento anche in questo ambito. Anche qui la pandemia per le problematiche introdotte ha indotto gli utenti finali a capire meglio l’e-commerce e soprattutto a provarlo, sdoganando così gli ultimi dubbi e soprattutto capendone la praticità. Anche nell’ambito dell'e-commerce possiamo sicuramente dire che la crescita dei volumi, che anche dopo le varie riaperture è rimasta sostenuta, ha fatto fare un passo avanti di qualche anno su quella che sarebbe stata la normale curva di crescita prevista in questo ambito. 

Sulla natura strutturale o temporanea di questi cambiamenti perlomeno sul versante del gestionale in cloud e dell’e-commerce direi che il mutamento si è consolidato, e da qui in poi potremo solo continuare a crescere

Voi tra i clienti avete sia piccole imprese che autonomi, commercialisti, per esempio. L’impatto del Covid è stato diverso su questi soggetti? E già in precedenza accoglievano in modo differenziato gli strumenti digitali?

Il nostro mercato di riferimento sono le micro-imprese e le partite Iva individuali, dal medico, all’idraulico, al negoziante, al ristoratore fino all’azienda da 10 dipendenti. Ad oggi questo mercato è composto da circa 3 milioni e mezzo di utenti, di cui 2 milioni già oggi soggetti alla fatturazione elettronica. 

Quello che è significativo ed è confortante osservare è che, come dicevo poc’anzi, l’adozione di strumenti cloud come myfoglio(il nostro gestionale cloud) è sempre più frequente anche in quella tipologia di Partite Iva non soggetta alla fatturazione elettronica, o anche detta del regime dei minimi o forfettario, e che ad oggi conta di circa un milione di soggetti coinvolti. Questo perchè con la pandemia l’uso degli strumenti digitali è aumentata a livello personale, e questo ha reso più confidenti e stimolato la ricerca e la sperimentazione nel trovare strumenti analoghi a livello professionale, proprio al fine di aumentare la propria produttività o perlomeno semplificare la propria quotidianità lavorativa. Questo semplice prendere confidenza a livello personale con il cloud, ha sdoganando così anche quei dubbi sulla reale sicurezza e affidabilità di questi strumenti, dove comunque regnava ancora per molti un pò di diffidenza.

Da parte di chi in particolare?

Le partite Iva individuali sono mediamente quelle più in difficoltà nel processo di digitalizzazione perchè isolate e impegnate nella loro quotidianità, nelle piccole/micro imprese invece per vari motivi di dimensione e esigenze si trovano da subito confrontate con la necessità di adozione di strumenti di produttività, poi resta comunque anche il fatto che tra queste molte dovrebbero investire di più e avere uno slancio più convinto verso il cloud, per completare meglio la transizione tecnologica e usufruire a pieno del vantaggio che questa offre.

Invece idraulici, ristoratori, piccoli esercenti come dicevamo prima non sentono solitamente questa esigenza e non essendo abituati e confidenti in generale all’uso di questi strumenti, soprattutto in cloud, tendono ad adottare meno questo tipo di soluzioni, e per gli effetti precedentemente descritti questa tendenza abbiamo visto essere cambiata in positivo.

E anche le soluzioni mobile non avevano ancora preso piede

In questo ambito, l’uso in mobilità è sicuramente importante per alcune categorie di professionisti o esercenti, ma la tipologia di esperienza per quanto evoluta ad oggi resta sempre limitante in schermi di piccole dimensioni e lavorare su un gestionale richiede comunque una certa comodità, che solo una postazione con uno schermo grande come quello di un desktop o un laptop sono in grado di offrire. Quindi vedo ancora forte limite nell’uso di uno smartphone o di un tablet come reale alternativa ad una postazione fissa per questo specifico ambito di applicazione. 

Voi siete presenti anche a livello internazionale?

Siamo nati all’inizio con l’idea di essere da subito internazionali, poi l’accelerazione data dall’obbligo di fatturazione elettronica ci ha fatto concentrare sul mercato italiano, ma abbiamo anche clienti stranieri che usano le nostre soluzioni, perchè il gestionale è nato da subito per adattarsi alle diverse regole e legislazioni, con customizzazioni fiscali personalizzabili dal cliente stesso. 

Ci usano ad esempio molto nei paesi dell’Est e anche in Nord Europa. Mi piace spesso citare la nostra internazionalità attraverso l’esempio di un ns cliente inglese, nello specifico di un ristorante di Londra, che grazie alle API ha integrato il suo sistema di booking con i nostri servizi di fatturazione, per emettere le ricevute degli acquisti svolti sul loro portale.

Quali differenze ha visto tra i clienti italiani e quelli esteri?

Una cosa interessante e che ci incuriosisce è il fatto che non abbiamo mai avuto ticket, intendo richieste di supporto, da utenti stranieri. Potrebbe essere che sono un po’ più smart e autonomi? non saprei non sono riuscito a farmi un idea in merito, anche perchè onestamente non vedo differenze sostanziali tra le diverse regioni e tipologie di utenti. 

Siete nati nel 2014, all’inizio quali difficoltà avete avuto come startup? E adesso che consigli darebbe a chi sta fondando una nuova impresa

Io e miei co-founders arriviamo già da esperienze imprenditoriali precedenti e sempre nell’ambito del digitale, e quello che dico spesso quando faccio da supporto ad altri founders, è appunto che è importante prima di avviare una propria azienda o startup l’aver fatto almeno una o più esperienze a fianco di imprenditori, e soprattutto di fare startup in ambiti in cui si abbiano reali competenze o per lo meno forti passioni.

Sembra una banalità da dire quest’ultima, ma vedo a volte startupper che non hanno proprio conoscenza di un determinato settore in cui vogliono entrare, e vedendo i successi e la popolarità di altri startupper, pensano che sia facile entrarci, e che basti avere dei soldi da investire e degli sviluppatori per riuscire a partire e avere successo. Purtroppo non è così, forse potrei sempre essere smentito dalla storiella “dell’uno su un milione ce la fà”, ma non suggerirò di investire e non investo il mio tempo e denaro su chi scommette su un milionesimo di possibilità. 

Aggiungo poi sempre un’altro suggerimento in tutti quei casi in cui vedo degli startupper singoli, se pur con tutte le carte in regola, in termini di competenza, motivazione e intelligenza, che oltre alla competenza nel campo in cui operano sia loro necessario anche altro, perchè purtroppo durante il percorso ci saranno inevitabilmente ostacoli di diversa natura, economica, organizzativa, commerciale ed altro ancora, che dovranno essere superati e risolti con diverse abilità. Proprio per questo mi sento spesso di consigliare loro di costruire fin da subito una squadra di altri co-founder con interessi e ambizioni comuni, e con competenze più complementari possibili tra di loro. Formula ormai quasi necessaria e spesso presente nelle startup di successo.

Quali sono le tendenze che vede nel prossimo futuro nei mercati in cui opera? Lei si occupa anche di blockchain, se non sbaglio

Ora nel mondo della fatturazione elettronica l’attenzione è nell’integrazione con il mondo bancario e dei pagamenti. È il passaggio successivo che semplifica la vita per i soggetti di cui parlavamo prima. Perchè se posso fare riconciliazioni, disposizioni di pagamento, richieste di incasso, ecc, con un unico strumento sto risparmiando tantissimo tempo e anche tanti possibili errori. Questa integrazione è un obiettivo di breve periodo che anche con il nostro partner Yapily stiamo traguardando, creando soluzioni semplici alla portata dei nostri utenti come elettricisti, falegnami, esercenti e altri analoghi.

Per quanto riguarda la blockchain la sto seguendo da un po’ di tempo. Finora non vi erano state applicazioni pratiche, efficaci, significative, tali da richiamare la mia attenzione al punto di avviare riflessioni sulle reali applicazioni che potessero diventare alla portata dei nostri utenti. I tempi iniziano ad essere giusti sia per la maturità della tecnologia che per la facilità di accesso, perchè mi ripeto sempre e ricordo agli startupper che seguo, che se anche esistesse una tecnologia sofisticatissima, ma questa non venisse resa disponibile e alla portata dell’utente comune, sarebbe quasi come non averla ancora inventata.

E come si può portare all’utente comune?

Questo è il lavoro degli startupper e degli imprenditori come noi, che conoscono o immaginano quali possano essere le necessità degli utenti, del mercato, delle imprese, e le realizzano, attraverso la tecnologia esistente o sviluppandone di nuova, nuovi servizi, prodotti e soluzioni che impattano sulla loro vita.  

Ad esempio la blockchain è una sorta di uovo di Colombo, che entrerà in tutti i settori sempre più dirompentemente e rapidamente, fino a creare dinamiche nuove che ancora non siamo in grado di immaginare bene. Quando queste avranno raggiunto quella semplicità di cui le dicevo prima, allora potremo portarle ad esempio all’interno anche del nostro gestionale o delle ns soluzioni di social-commerce, e a quel punto saremo davanti all’applicazione di massa di cui le dicevo prima e quindi avremo sdoganato e reso noti i benefici a tutti di quella tecnologia.

Ad esempio credo che molto presto avremo applicazioni pratiche, anche nel nostro gestionale, di quelli che vengono chiamati “smart contract”, che grazie alla blockchain potranno essere inseriti in molti ambiti dei processi tecnici, produttivi, legali, ecc, semplificando ulteriormente la vita di tante persone.

Ma non solo, avremo una nuova internet con applicazioni “decentralizzate” vere, basate sull’architettura blockchain, che apriranno scenari totalmente nuovi anche dirompenti rispetto alle big della tecnologia che conosciamo ora, introducendo un’ennesima rivoluzione nella tecnologia, nella società, nella politica, pari o superiore alla magnitudo di quanto abbia già fatto Internet stesso dal suo “recente” arrivo.

Grazie mille dottor Stefanini

Grazie a voi  


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