La ricerca nel campo della medicina e della salute è importante per offrire al mondo intero delle cure all’avanguardia e dei farmaci sempre più innovativi ed efficaci. L’obiettivo di Naicons si concentra proprio sull’innovazione dei processi di ricerca: ne abbiamo parlato con il founder Stefano Donadio e con il co-founder Ermenegildo Beghé.
Siamo partiti alla fine del 2013 con questo progetto, sono oltre sette anni che Naicons si occupa di gestire una piattaforma tecnologica che ha la capacità di scoprire molecole per una molteplicità di applicazioni nei settori pharma per uso umano, animale e vegetale, oltre che molecole da usare come additivi nei beni di largo consumo. Facciamo un’attività di supporto a ricerca e sviluppo che si rivolge principalmente ai centri di ricerca privati e anche a quelli pubblici.
Il merito di questo progetto è anche del mio compagno di avventura Gildo. Abbiamo messo a punto il progetto e lui ha pensato a come finanziarlo. Da lì in poi abbiamo iniziato a lavorarci e alla fine abbiamo scelto il crowdfunding come meccanismo che ci sembrava il più adeguato a raccogliere i fondi necessari a co-finanziare lo sviluppo dell’attività.
Il nostro progetto è di fatto una soluzione che si rivolge al mondo dei ricercatori che operano in diversi settori afferenti alle scienze della vita e che cercano molecole per diversi usi e applicazioni. Naicons ha una grande esperienza di ricerca e si è accorta dell’opportunità di accelerarne i processi. L’idea fondamentale è quella da un lato di trasformare la ricerca in maniera sempre più produttiva, ovvero in grado di ottenere maggiori risultati, dall’altro di rendere il tutto sempre più efficiente: ciò vuol dire anche ridurre le quantità di risorse dedicate. In questo periodo in cui c’è un aumento costante della popolazione mondiale e dei livelli di benessere è importante riuscire a rendere più produttiva la ricerca, direzionando la stessa in maniera efficace.
Tutto ciò ci ha spinto ad intraprendere con convinzione questo progetto. Il mondo a cui si rivolge è quello dei ricercatori che operano nelle industrie - dalle multinazionali alle piccole e medie imprese - nell’ambito di diversi settori, oppure presenti all’interno del mondo accademico.
Sicuramente, noi siamo una realtà italiana ma di spirito internazionale. Molti del team hanno esperienza internazionale e i nostri prodotti si rivolgono ad una platea che va oltre i confini italiani. Non abbiamo mai pensato solamente all’Italia perché non avrebbe senso.
Esiste anche una terza linea di ricavi perché la piattaforma potrà diventare un marketplace anche per altre entità già proprietarie di collezioni di microrganismi. A livello prudenziale abbiamo ritenuto che le royalty, generate da questa attività di marketplace, potrebbero iniziare a svilupparsi verso inizio o metà del 2025. È una stima piuttosto conservativa perché potrebbero effettivamente attivarsi anche prima.
In gran parte facciamo affidamento sul nostro network, ne abbiamo uno piuttosto importante a livello internazionale con il quale interagiamo in modo continuativo. Questa è la strategia che abbiamo utilizzato almeno per il momento, oltre ad affidarci al crowdfunding per la comunità di investitori italiani.
Sicuramente sappiamo che uno dei passi successivi sarà quello di aumentare le nostre attività di comunicazione perché sino ad oggi abbiamo avuto un approccio piuttosto mirato e conservativo.
Innanzitutto acquisteremo uno strumento sofisticato che ci permetta di pesare le molecole con alta precisione e porteremo in Naicons competenze bioinformatiche nel settore della metabolomica. Oltre a questo, daremo vita all’attività di marketing.
Se dovessimo superare l’obiettivo minimo avremo le potenzialità di espandere il progetto, acquisendo altri macchinari utili ed accelerando le operazioni di marketing ed il lancio del catalogo.
Il periodo della pandemia ci ha aiutato, e spiego anche il perché. La gran parte dei ricercatori tende a generare molti dati, ma non trova mai abbastanza tempo per analizzarli. Durante il primo periodo della pandemia, quindi in pieno lockdown, i laboratori erano chiusi e allora i ricercatori si sono messi ad analizzare i dati. Ciò ha determinato una notevole spinta al progetto, non dico che se non ci fosse stata la pandemia non sarebbe mai partito, però certamente ha aiutato ad anticipare i tempi.
La pandemia, dal punto di vista di interpretazione concettuale della nostra era, ha reso cosciente il pubblico dell'importanza della scienza e della ricerca che ne rappresenta la base. La pandemia ha anche evidenziato quanto sia importante la rapidità dei processi. Pensiamo quindi che il nostro progetto, che ha l'obiettivo di migliorare i processi di ricerca al fine di renderli più produttivi, mirati, rapidi ed efficienti, possa essere particolarmente apprezzato dalla platea di investitori in periodi come questo.