Michele e Stefano si conoscono nel settembre del 2021 e, qualche mese dopo, hanno già sviluppato un concept, che a dicembre dello stesso anno si traduce nel marchio Pedroni Race. Siamo nel mondo della produzione di biciclette, un settore in grande espansione e di grandi cambiamenti, sia a livello di competenze che di filiera.
Michele Pedroni costruisce biciclette da downhill dal 1998. Ha dedicato la sua intera carriera alla progettazione, alla produzione e all’evoluzione dei telai. Sempre testate sui campi gara, le bici Pedroni hanno conquistato molti titoli assieme a Pedroni Kjub, uno dei più longevi club corse del settore.
Stefano Giussani arriva dal mondo dell’aeronautica e la passione per le due ruote a pedali l’ha respirata in famiglia, da sempre. Lui rappresenta la porzione più business della start-up e assieme a Michele si completano in termini di competenze. L’obiettivo è quello di produrre in casa, in Italia, liberi dal vincolo delle importazioni del Far East.
Proviamo a capire, con le parole di quest’ultimo, in che modo Pedroni Race intende inserirsi, da protagonista, nell’attuale centralità delle due ruote nella vita quotidiana,
Credo sia molto importante agevolare la loro circolazione non solo in ambienti urbani, dove l’auto rappresenta un pericolo per il ciclista, ma anche in ambienti montani con sentieri dedicati alle biciclette. Facendo così si incentiva l’uso della bicicletta integrandola con le altre forme di mobilità.
Ci sono molti spunti per trasmettere l’entusiasmo di andare in bici. Chiunque abbia sperimentato il piacere di andare in montagna o di aver fatto escursioni in bicicletta, ha goduto di quella sensazione di indipendenza e di libertà che trasmette. Si può andare lontani (e ora con le e-Mtb ancora di più), vedere posti sempre diversi affidandosi a un mezzo molto semplice da utilizzare ma al contempo tecnologicamente sofisticato. Inoltre, la bicicletta viene percepita anche come una proiezione di come si vuole essere, del proprio stile di vita: dalla forma del telaio, ai colori, dai componenti semplici o ricercati, fino all’abbigliamento.
Inizialmente c’era il “rampichino” importato dagli Usa. Poi, nel corso degli anni, gran parte delle tecnologie nate nell’ambito delle competizioni di downhill sono state trasferite nel mercato bici e Mtb: forcelle ammortizzate, sospensioni posteriori, freni a disco, la tecnologia dei copertoni… Anche i telai e la qualità dei materiali hanno vissuto un’importantissima evoluzione: si è passati dall’acciaio all’alluminio e, come ultimo step, il carbonio.
Rispetto agli anni ’90 o agli inizi di questo millennio, oggi c’è molta più cura nella progettazione di telai e componenti, mentre prima si procedeva molto più per tentativi, e la disponibilità di strumenti evoluti per la progettazione ha reso i prodotti moderni incredibilmente più performanti rispetto a quelli di 15-20 anni fa.
L’innovazione si può fare soprattutto attraverso la progettazione del telaio, un processo lungo e complesso che richiede moltissima esperienza sul campo. Si devono far coincidere design e performance. Lo studio si compone di due fasi: la prima consiste nella scelta e nella composizione del laminato di carbonio che a seconda della grammatura e della disposizione può generare risultati anche molto differenti.
La seconda riguarda il sistema di sospensione, cioè il modo in cui le varie parti del telaio si muovono e interagiscono fra di loro per ottimizzare l’efficienza della pedalata e l’assorbimento dei colpi.
È proprio così che completiamo l’innovatività del prodotto. Stiamo infatti depositando un brevetto di una cinematica che conferisce caratteristiche di risposta molto migliori rispetto agli schemi classici.
Un altro modo di innovare, per noi, consiste nell’individuazione di partner che abbiano la nostra stessa visione, in merito all’importanza di innovare nella componentistica.
Biciclette ed e-bikes ad alte prestazioni, hand-made in Italia
Scopri il crowdfunding →Sicuramente, la cosa che si impara dal mondo racing è il saper trovare soluzioni tecnologiche che permettano di migliorare le performance. Pertanto, l’innovazione nei materiali, nei componenti e nel telaio è fondamentale per poter eccellere in questo mondo.
Ogni modello si porta dietro un po’ di lezioni dai campi gare e queste vengono tradotte in aggiustamenti, innovazioni e alcune volte semplici modifiche che rendono il mezzo migliore.
I nostri competitors sono a livello internazionale. In particolare ci sono una decina o forse più di costruttori che fanno prodotti simili a quelli che facciamo noi e sono molto più affermati. Tuttavia, analizzandoli, abbiamo notato come il 90 percento di loro non produce in casa, ma in Oriente.
Data l’attuale difficoltà di approvvigionamento da Cina e Taiwan è per noi un grosso vantaggio competitivo quello di poterci fare il telaio in casa.
Inoltre, con Pedroni Race, vogliamo sottolineare quanto importante sia la qualità costruttiva del mezzo. E proprio per questo implementeremo anche un protocollo molto stringente per il controllo qualità, non solo sul processo ma anche sul prodotto finale.
I nostri ambassador ideali sono quelli che credono nel progetto e che lo sponsorizzano senza doverglielo chiedere, è una cosa ovvia, che provengano o meno dai campi gara. E poi ci sono tutti coloro che hanno provato i prodotti di Michele e hanno sperimentato in che modo possono fare la differenza. Credo che quelli siano i veri entusiasti con cui vogliamo rapportarci.
Inizialmente vorremmo applicare alcuni processi dell’automotive alla nostra produzione, sia per migliorare il prodotto che per velocizzare i processi, dato che vogliamo anche entrare in settori diversi da quello ciclistico. Quello aeronautico è quello sicuramente più interessante e tecnologicamente più avanzato e stimolante.
La strategia di vendita che abbiamo da subito pensato si basa sulla piattaforma digitale. Per poterci muovere anche fuori dai confini nazionali, è fondamentale aver una soluzione digitale che ti permetta di entrare velocemente in altre nazioni. Per cui Italia in primis, ma Francia, UK, Germania e Spagna subito dopo.
L’obiettivo principale è lanciare la e-MTB e poter acquistare gli allestimenti necessari per vendere le prime serie. In aggiunta è necessario munirsi anche di un’autoclave che permette di essere più veloci nella produzione dei telai. Per cui l’obiettivo minimo è raggiungere i 100 mila euro di raccolta. Idealmente più si raccoglie e più possiamo investire sulle e-MTB e sviluppare il segmento come da business plan.
Siamo consapevoli di rivolgerci a un settore di nicchia, per cui non ci aspettiamo produzioni sul medio-lungo termine di decine di migliaia di pezzi.
Quello che, invece, riteniamo possa essere un obiettivo raggiungibile è avere clienti molto fidelizzati, poiché questo è ciò che rappresenta la prova migliore di un prodotto che punta tanto sulla qualità.
Con una presenza costante sui campi gara, con un’assistenza multicanale, e sponsorizzando la creazione di un Accademy per i giovani che vogliono affacciarsi a queste discipline.