Le potenzialità degli studenti, a prescindere dalla zona del mondo in cui si trovano e della loro storia personale, hanno delle caratteristiche peculiari. Possono essere allenate e, se espresse, generano un appagamento che ha pochi pari nella vita, oltre ad avere una grande rilevanza sociale.
Avere buoni studenti nelle proprie organizzazioni, nelle aziende ma anche nelle scuole, fa veramente la differenza, eleva il livello di competitività e migliora le performance.
Pertanto, l’addestramento delle potenzialità, cioè il loro uso pianificato e consapevole, non soltanto è possibile ma anche auspicabile. E rappresenta una grande opportunità di business.
Grazie a questa somma di fattori, i maggiori player dell’EdTech, cioè il settore della didattica che riguarda la definizione e lo sviluppo di modelli teorici e di sistemi tecnologici per risolvere problemi riguardanti l'apprendimento umano, stanno ricevendo finanziamenti come mai avvenuto prima.
Alcune aziende EdTech hanno conquistato una tale expertise nell’ingaggiare studenti da aver creato, di fatto, vere e proprie comunità allargate che sfruttano il traffico organico derivante dai contenuti di qualità che mettono a disposizione gratuitamente o con un costo piuttosto irrisorio, puntano forte su campagne di posizionamento SEO e non dimenticano di far conoscere la propria offerta formativa nei forum specializzati, all’interno di blog di settore e, in generale, nei gruppi di studenti.
Spesso, la loro pubblicità è così mirata, che le campagne a pagamento riescono a strappare studenti ai competitor con un cost-per-acquisition relativamente basso.
L'EdTech si avvale oggi di strumenti che, se usati correttamente, potrebbero arricchire le società specializzate nel recruitment ma anche gli studenti.
Le prime, nel periodo che ha seguito le restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19, stanno oggi letteralmente trasformando un settore da troppi anni uguale a sè stesso.
Un recente rapporto di Cairneagle stima che il mercato globale dell'EdTech vale oggi qualcosa come 180 miliardi di dollari e, con le nuove abitudini di studio, le ultime tendenze di student recruitment e i nuovi moduli di formazione a distanza, esplosi per colpa del Covid, è probabile che possa crescere di circa il 15 per cento all’anno fino a raggiungere un valore totale di 400 miliardi entro il 2025.
Secondo un altro studio, il Digital Student Recruitment Digest di Pie, gli investimenti sono triplicati rispetto ai livelli di investimento pre-pandemico e l’accelerazione oramai evidente sta portando alla nascita di moltissime nuove start-up.
Sempre secondo il report se un tempo il settore rappresentava una nicchia con poco più che una visione ambiziosa, oggi l'investimento di EdTech Venture è quaranta volte più grande di quanto registrato nel 2010, e quasi cinque volte il precedente picco di investimenti del 2015.
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Scopri il crowdfunding →La Generazione Z non ha mai conosciuto la vita senza internet. È abituata a completare i propri acquisti online e preferisce sempre di più interagire attraverso il web, piuttosto che di persona. Proprio come il settore dei viaggi, dell'ospitality, della vendita al dettaglio e dell’intrattenimento attraverso canali streaming, la prossima rivoluzione sarà quella dell’istruzione.
Il mercato dell’education diventerà sempre più digitale e la reputation degli istituti, di conseguenza, sarà la leva per il cambiamento.
Il sopracitato report, non a caso, sceglie come titolo della sezione che investiga come la tecnologia aiuterà tutto ciò, una frase piuttosto indicativa: Welcome to the digital age of student recruitment, Benvenuti nella nuova era digitale del recruitment degli studenti.
Il panorama dell'istruzione sta cambiando, dunque, in tutto il mondo e coloro che desiderano tenere il passo devono monitorare le tendenze e le problematiche che riguarderanno studenti, famiglie, scuole secondarie, college e università.
Per realizzare tutto ciò tecnologie largamente utilizzate in altre industrie come i Saas (software ad a service), l’intelligenza artificiale, il machine learning e l’analisi dei big data verranno massicciamente impiegate.
Pie si sofferma anche sul caso degli agent, piuttosto sconosciuto per le università italiane. Sebbene possano essere di grande aiuto nel rendere più facile il processo di selezione e ingaggio, pochissimi studenti vi fanno ricorso. Le ragioni principali di ciò sono evidenti:
Mancanza di consapevolezza: un gran numero di candidati non sa nemmeno che esistono queste figure specializzate.
Incapacità finanziarie: molti studenti non possono permettersi il costo di un agent.
Gli studenti migliori sono spesso achiever di eccezionale talento: molti studenti indiani o cinesi, per esempio, vengono ammessi nelle migliori scuole all'estero perché si sono distinti in competizioni prestigiose.
Oltre agli agenti a supporto delle operazioni di recruitment degli studenti, c’è soprattutto la tecnologia delle piattaforme. Regno Unito, India e Australia stanno cercando sempre di più di lavorare a veri e propri hub dell’istruzione per intercettare il maggior numero di dati e capire il comportamento degli studenti ancora indecisi a proposito del proprio percorso didattico.
Le attività dei potenziali clienti possono essere tracciate digitalmente attraverso funnel ad hoc capaci di fornire metriche accurate su costi e modalità di questo tipo di ingaggio.
Pie fa notare che il 2021 ha visto interessanti acquisizioni, dovute soprattutto al fatto che le università più all’avanguardia nel contesto hanno chiesto l’aiuto di aziende leader nella generazione di lead e nella conversione.
La tecnologia può, infatti, essere utilizzata anche nel segmento EdTech per automatizzare le risposte, qualificare i lead e accelerare i cicli di conversion identificando le azioni necessarie per mantenere alto il livello di coinvolgimento.
Già oggi, tutto il customer journey in molti Paesi viene mappato e analizzato in profondità per ottimizzare senza sosta l’erogazione del servizio a partire dal primo contatto, il percorso di application, e l’iscrizione.
Tutti i soggetti EdTech, in sintesi, sono chiamati a migliorare la capacità di reclutare studenti e la competizione non è solo economica, dato che spesso ci si gioca pure il prestigio di college e università storiche.
Basti pensare che, nel 2014, a fronte di un calo delle iscrizioni nelle scuole cinesi del 1%, il governo ha promesso un trilione di dollari di investimenti per l'istruzione. Le università cominciarono a ripensarsi completamente: aprendo laboratori all'avanguardia, assumendo dottorandi provenienti dalle migliori istituzioni occidentali e rendendo più difficile per gli studenti prepararsi allo studio in occidente, reprimendo alcuni programmi nelle scuole secondarie nazionali che offrivano classi in stile occidentale.
Per la prima volta dopo decenni in cui gli istituti basavano le proprie campagne di comunicazione all’insegna della tradizione, governi e investitori privati stanno, insomma, elaborando una nuova politica educativa che includerà riforme sull'internazionalizzazione nell'istruzione superiore, la digitalizzazione e lo sviluppo delle competenze.