L’utilizzo del cloud è stato cruciale nell’ultimo anno per garantire la continuità del business e l'operatività aziendale, come conferma l’ultimo report di Flexera, secondo cui 9 aziende su 10 hanno accelerato l'adozione in risposta alla pandemia. Anche le realtà più scettiche hanno avuto l’occasione di comprendere i benefici e le opportunità che la nuvola può portare, generando un’esplosione di alcuni servizi e applicazioni basati sul cloud, per esempio nei settori dell'e-commerce, della formazione, delle comunicazioni, della sicurezza.
Ma l’emergenza sanitaria non ha fatto che accelerare un processo di transizione verso questa tecnologia che era in corso da anni, e che è andato di pari passo con la digitalizzazione dei processi e dei modelli di business e con la crescita della cosiddetta “economia del dato”.
Accedere in qualsiasi momento alle risorse har ware, ai programmi e ai software di cui si ha bisogno, poter usufruire da remoto, sui propri device, di applicazioni e servizi anche estremamente avanzati, come quelli di Big Data Analytics, Intelligenza Artificiale, Machine Learning, Blockchain, Internet of Things, tutto questo non sarebbe possibile senza la nuvola.
Il cloud consente di utilizzare in modo flessibile sia le risorse ICT proprietarie, intese come infrastrutture, applicazioni e sistemi operativi, sia quelle messe a disposizione da fornitori di servizi specializzati, generalmente definiti cloud provider. Tali servizi possono essere rapidamente richiesti e rilasciati con minimo sforzo gestionale da parte dell’utente e minima interazione con il fornitore. In questo modo è possibile accedere a capacità (di calcolo, di rete o di memoria) virtualmente illimitate e a servizi del livello più avanzato, senza dover sostenere gli ingenti costi richiesti per la realizzazione di complesse infrastrutture interne, con evidenti benefici per tutte le organizzazioni, ma soprattutto per le startup e le imprese di dimensioni contenute, che possono abbattere i costi fissi per le infrastrutture ICT e commisurare la spesa alle effettive necessità.
Secondo il National Institute for Standards and Technology – NIST, con l'espressione Cloud Computing si fa riferimento ad un insieme di servizi ICT accessibili on-demand e in modalità self-service tramite tecnologie internet, basati su risorse condivise, caratterizzati da flessibilità di utilizzo, rapida scalabilità e misurabilità puntuale dei livelli di performance, in modo da poter essere pagati in base al consumo. Una definizione che mette in evidenza tutte le principali caratteristiche che hanno reso questa tecnologia il paradigma di riferimento in ambito ICT e allo stesso tempo la principale piattaforma che abilita la digital transformation e i processi di innovazione.
I servizi cloud sono tipicamente raggruppati in tre categorie principali, a seconda del tipo di servizio offerto e del livello di coinvolgimento del provider, che varia dalla fornitura di risorse fino alla messa a disposizioni di applicazioni pronte da utilizzare.
Identifica l’utilizzo da parte dell’utente di software installati su un server remoto (cioè fuori dal proprio computer fisico o dalla LAN locale). Di fatto, il cloud provider installa l’applicazione nei propri data center e fornisce agli utenti un’interfaccia per utilizzarla.
Il SaaS permette di fornire una ampia gamma di servizi, anche molto complessi e avanzati: programmi CRM (Customer Relationship Management), ERP (Enterprise Resource Planning), applicazioni di finanza e controllo, servizi di Big Data Analytics, Machine Learning, Intelligenza Artificiale e IoT.