Criptovalute: più di 1 italiano su 10 le ha già acquistate

Redazione BacktoWork 01/02/2022

L’interesse verso le criptovalute e, più in generale, verso tutto il mondo Blockchain e Distributed Ledger, è in costante crescita. Dalle monete digitali agli Nft, passando per la finanza decentralizzata (DeFi), continuano ad aumentare i progetti e le iniziative sviluppati sia a livello privato che in ambito pubblico e istituzionale. In Italia però gli investimenti non decollano, nonostante i consumatori siano sempre più orientati all’utilizzo delle applicazioni Blockchain. 

Blockchain alla base della “next web revolution”

Il punto sull’evoluzione del settore è stato fatto in occasione della presentazione della nuova ricerca condotta dall’Osservatorio Blockchain e Distributed Ledger del Politecnico di Milano. ”Le criptovalute sono ormai diffuse anche tra gli attori “tradizionali” del mondo finanziario e dei pagamenti, che valutano di integrarle nell’offerta anche come forma di investimento”, ha affermato Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio. “Sono esplosi gli Nft, i token non-fungibili che presto potranno essere sfruttati anche nel Metaverso. Sempre più aziende si stanno avvicinando alla ‘tokenized economy’, in cui prodotti, asset finanziari e digitali verranno scambiati sotto forma di token. E molte realtà stanno lanciando progetti basati su piattaforme DLT (Distributed Ledger Technology) e Smart Contract. In questo scenario, la Blockchain si sta affermando come la tecnologia che guiderà la nuova evoluzione di Internet, il Web3”.

Le applicazioni di questa tecnologia nata nel 2008 con Bitcoin stanno evolvendo velocemente in diverse direzioni, ma tutte hanno in comune la spinta verso una nuova versione della Rete: il cosiddetto Web3, una sorta di Internet “decentralizzato” che potrebbe essere la naturale evoluzione dell’attuale Web “centralizzato” dominato dalle Big Tech

Come ha evidenziato Francesco Bruschi, Direttore dell’Osservatorio del PoliMi, “il valore della decentralizzazione è sempre più chiaro anche alle istituzioni internazionali. In Europa prosegue l’evoluzione dell’European Blockchain Services Infrastructure, mentre le Banche Centrali, in risposta alla crescita delle stablecoin, hanno ormai sdoganato queste tecnologie come soluzioni utilizzabili per l’emissione delle proprie valute digitali, le CBDC”.

Le due facce del mercato italiano

A fronte di un notevole fervore a livello internazionale, con un continuo sviluppo di progetti e sperimentazioni, in Italia ancora non si vede una crescita decisa nell’adozione delle tecnologie Blockchain: gli investimenti delle aziende sono pari a 28 milioni di euro nel 2021, più o meno stabili rispetto ai 23 milioni del 2020 e ai 30 milioni del 2019

Il settore più attivo si conferma quello finanziario e assicurativo, con il 50% degli investimenti. Seguono la pubblica amministrazione (15%), in forte crescita anche grazie allo sviluppo dell’Italian Blockchain Service Infrastructure, l’agroalimentare (stabile all’11%) e le utility (10%). 

Se è vero però che le iniziative sviluppate dalle aziende stentano ancora a decollare, i consumatori sono sempre più orientati all’utilizzo delle applicazioni Blockchain, in particolare le criptovalute: ben il 12% degli italiani ha già acquistato Bitcoin o altre criptocurrencies, il 17% è interessato a farlo in futuro, mentre il 58% le conosce ma non è interessato a possederle, e solo il 13% non le conosce affatto.

Le diverse applicazioni 

Sebbene la tecnologia Blockchain sia nata per permettere lo scambio di valore peer-to-peer in assenza di intermediari, il suo utilizzo si è ormai diversificato a molte applicazioni. Innanzitutto, quelle basate sullo scambio di valore del cosiddetto Internet of Value: criptovalute, stablecoin e CBDC, le monete virtuali promosse dalle banche centrali

A livello internazionale, quello appena concluso è stato un anno di maturazione per le criptovalute, con ingenti investimenti di aziende come Tesla o Microstrategy, l’arrivo di Coinbase sul mercato azionario, l’attenzione delle istituzioni e grandi aziende su stablecoin e CBDC. E si è mossa anche la regolamentazione dei crypto-asset, con la proposta del Markets in Crypto-Assets regulation (MiCAr) presentata dalla Commissione Europea. Il pieno sviluppo dell’Internet of Value in una chiara cornice normativa rappresenta infatti un passo fondamentale per poter sviluppare il Web3, così come la possibilità di avere il ‘cash on chain’, ovvero forme di moneta legalmente riconosciute utilizzabili su piattaforme Blockchain.

Un secondo ambito di applicazione è quello dei progetti in cui i processi di business tradizionali vengono replicati utilizzando tecnologie Blockchain. Oggi la maggior parte delle aziende “tradizionali” si concentra sullo sviluppo di queste soluzioni di Blockchain for business, per esempio utilizzando strumenti di timestamping, basati sull’immutabilità del registro Blockchain per una maggiore verificabilità dei dati, o creando piattaforme per il coordinamento nelle relazioni multi-attore. 

A livello internazionale sono in crescita anche i progetti di Decentralized Web, basati sulle applicazioni decentralizzate (le cosiddette DApp) o sull’uso degli Nft, token unici che rappresentano una proprietà privata digitale. 

L’ecosistema più interessante continua ad essere quello DeFi (Decentralized Finance), applicazioni decentralizzate sviluppate su piattaforme permissionless per l’offerta di servizi e prodotti finanziari: il totale del valore investito in queste applicazioni ha superato i 250 miliardi di dollari nel 2021 (+1.250% rispetto a inizio anno). 

Un’altra importante innovazione tra le applicazioni decentralizzate è rappresentata dagli Nft nel mondo dei collectible (gli oggetti collezionabili), esplosi in diversi settori, da quello dell’arte al calcio. I primi casi di applicazione dimostrano in minima parte le grandi potenzialità di questi strumenti, per abilitare un efficiente e immediato trasferimento della proprietà, ma anche per lo sviluppo di nuove soluzioni e casi d’uso nel campo del business e delle pubbliche amministrazioni. 


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