Il tessuto produttivo italiano va accompagnato verso un processo di digitalizzazione. È una delle direttive del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che il governo italiano ha predisposto per illustrare alla Commissione Europea come il nostro Paese intende investire i fondi che arriveranno nell’ambito del programma Next generation Eu e da tutte le iniziative di finanziamento collegate, quali il programma di investimento React-Eu, e dai fondi di coesione.
Partiamo da questi ultimi che, di recente, sono stati disciplinati da un decreto firmato dal ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, il quale ha istituito un nuovo regime di aiuti per sostenere con 678 milioni di euro gli investimenti delle piccole e medie imprese italiane nella realizzazione di progetti innovativi legati principalmente alle tecnologie 4.0, ma anche all’economia circolare e al risparmio energetico.
“Da ministro dello Sviluppo Economico - ha dichiarato Giorgetti - è mio dovere tutelare le imprese italiane, individuando tutte le risorse e gli strumenti necessari per sostenere gli investimenti in progetti innovativi che mirano anche a ridurre l'impatto energetico sui processi produttivi".
In particolare, i finanziamenti previsti dal nuovo regime di aiuti sono destinati per circa 250 milioni agli investimenti da realizzare nelle regioni del Centro - Nord (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto, Umbria e Province Autonome di Bolzano e di Trento), mentre circa 428 milioni sono previsti per quelli nelle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna).
Di queste risorse, una quota pari al 25 per cento è destinata ai progetti proposti dalle micro e piccole imprese.
"La capacità del nostro sistema imprenditoriale di rimanere competitivo sui mercati - ha poi aggiunto il ministro - passa infatti dall'ammodernamento degli impianti attraverso l'utilizzo di nuove tecnologie che, oltre a incrementare la produttività e migliorare la sostenibilità ambientale, devono favorire sviluppo e occupazione".
L’importo massimo agevolabile per ogni investimento innovativo non potrà essere superiore a 3 milioni di euro e dovrà favorire la trasformazione digitale dell'attività manifatturiera delle Pmi attraverso l'utilizzo di tecnologie abilitanti individuate dal piano Transizione 4.0.
Le imprese che richiederanno l’agevolazione non dovranno però aver effettuato, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, una delocalizzazione verso uno stabilimento situato in un’altra parte dello Spazio Economico Europeo (SEE) che realizzi prodotti o servizi oggetto dell’investimento, impegnandosi a non farlo anche fino ai 2 anni successivi al completamento dell’investimento stesso.
Le agevolazioni verranno concesse utilizzando le possibilità offerte dal Temporary framework comunitario.
Il decreto è stato inviato alla Corte dei Conti per la registrazione e le Pmi interessate potranno presentare domanda nei termini e nelle modalità che verranno definite con un successivo provvedimento ministeriale.
Per certi versi complementare al suddetto programma di investimenti è il cosiddetto “Piano voucher per le imprese”, disciplinato da un ulteriore decreto attuativo - anch’esso fresco di firma - che prevede un’iniezione di ulteriori risorse per un ammontare di 609 milioni di euro.
In questo caso, si tratta di un intervento previsto nell’ambito della Strategia italiana per la banda ultralarga che punta in questa nuova fase a raggiungere le imprese, una platea che, a seconda della tipologia e dell’importo del voucher che verrà richiesto, potrà variare da un minimo di 850.000 a un massimo di 1.400.000 imprese beneficiarie.
“Mettiamo in campo importanti risorse per supportare la digitalizzazione delle imprese in modo da ridurre il digital divide del sistema produttivo su tutto il territorio nazionale", ha dichiara Giorgetti, che ha poi aggiunto: “Dobbiamo velocizzare gli investimenti nella banda ultralarga del Paese e cogliere l'opportunità delle risorse stanziate nel Pnrr”.
Le imprese potranno richiedere un solo voucher che potrà essere di diverso importo, da un minimo di 300 euro a un massimo di 2.000 euro, e di diversa durata del contratto, da un minimo di 18 mesi a un massimo di 36 mesi, per garantire un incremento della velocità di connessione, da 30 Mbit/s a oltre 1Gbit/s. Inoltre, nel caso di passaggio a connessioni a 1 Gbit/s, il valore del voucher potrà essere aumentato di un ulteriore contributo del valore massimo di 500 euro, per la copertura di parte dei costi sostenuti dalle imprese beneficiarie e giustificati dagli operatori.
“Il Piano voucher per le imprese è un provvedimento - ha aggiunto il ministro - che sosterremo accompagnando l’attivazione anche con iniziative di comunicazione mirate a far conoscere a tutti i possibili beneficiari la nuova misura. Non è ammissibile, come avvenuto nella precedente fase dedicata alle famiglie, che risorse stanziate non vengano utilizzate interamente per carenza di informazioni operative adeguate a far comprendere l’importanza dello strumento”.
Per l’erogazione del voucher e l’attivazione dei servizi a banda ultralarga, i beneficiari dovranno utilizzare i consueti canali di vendita degli operatori.Il Piano Voucher per le imprese avrà durata fino a esaurimento delle risorse stanziate e, comunque, fino al 15 dicembre 2022. La durata della misura potrà essere prorogata per un ulteriore anno.
A tutto ciò va aggiunto, ultimo non ultimo, il pacchetto di misure per sostenere e rafforzare con oltre 2,5 miliardi di euro gli investimenti in start-up e Pmi innovative, un sostrato produttivo in grande crescita che, nel 2021 ha registrato un incremento rispetto all’anno precedente del 16,8 per cento se parliamo di start-up, e del 15,5 per cento nel contesto delle Pmi.
In particolare, le nuove risorse verranno utilizzate a sostegno degli operatori del venture capital, anche attraverso il potenziamento dell’attività di investimenti indiretti in fondi.
Inoltre, saranno destinati alla promozione di iniziative a favore dei processi di transizione ecologica e digitale delle Pmi italiane e delle filiere chiave e rappresenteranno una spinta propulsiva per la creazione di nuovi strumenti di equity e debito per le start-up in fase avanzata di sviluppo, rafforzando del sostegno alle imprese ad alto tasso di innovazione nelle fasi iniziali anche attraverso poli di trasferimento tecnologico e programmi di accelerazione.